INTERVISTA – Manager, imprenditore e osservatore attento del calcio moderno: Gianluca Galliani, figlio di Adriano – storico dirigente del Milan prima e del Monza poi – ha saputo costruirsi una sua identità autonoma e solida nel mondo dello sport. Dopo gli studi e le prime esperienze manageriali, ha fondato Noisefeed, una piattaforma innovativa che monitora in tempo reale infortuni, prestazioni e dati fisici dei calciatori di tutto il mondo. Un progetto che, nel tempo, è diventato un punto di riferimento per club, federazioni e addetti ai lavori, grazie alla sua capacità di leggere i numeri e tradurli in analisi concrete.
Proprio partendo dai dati raccolti da Noisefeed, Galliani offre una riflessione lucida e controcorrente: per ridurre gli infortuni, bisognerebbe giocare di meno. Niente slogan, ma numeri alla mano, come spiega in questa intervista in cui parla di carichi di lavoro, pause necessarie, e anche di calcio giocato, commentando la scelta dell’Atalanta di affidarsi a Raffaele Palladino – tecnico che conosce bene e di cui è un grande estimatore.
Il consiglio di Galliani: «Per ridurre gli infortuni, si giochi di meno!»
Dato che per lavoro ti occupi di una piattaforma sugli infortuni – Noisefeed -, avete fatto una casistica sulla percentuale di infortuni muscolari in Italia?
«Abbiamo dati su tutti i campionati del mondo. Subito dopo i mondiali in Qatar abbiamo fatto uno studio sui top 5 campionati del mondo. Lo mandammo a tutti i presidenti della Serie A e al presidente della Lega Calcio e avevo fatto vedere come, proprio durante la stagione dei Mondiali – che, in teoria, poteva essere quella con più infortuni -, in realtà il numero di infortuni in Serie A si era abbassato quasi ai livelli della Premier League, della Bundesliga e della Ligue 1. Ho provato a sollevare la questione, cercando di far capire che i giocatori che non avevano disputato il Mondiale, ne avevano tratto beneficio. Tuttavia, si è andati nella direzione completamente opposta. Sono stati riempiti tutti gli slot disponibili, aggiungendo partite anche a Natale e non concedendo mai vacanze ai calciatori. Dopo questa decisione, il nostro trend di infortuni è tornato ad essere uguale a quello di prima. Evidentemente in quello che facciamo c’è un qualcosa che potrebbe essere migliorato, perché abbiamo più infortuni di altri campionati che giocano le stesse partite».
Un periodo di riposo potrebbe aiutare a diminuire il numero di infortuni?
«Credo molto nei dati. Abbiamo una tendenza ormai stabilizzata da tanti anni. Gli infortuni si sono ridotti sensibilmente nell’unico anno in cui c’è stata una pausa, qualcosa vuol dire. Sarebbe importante dare una pausa ai calciatori. Va bene che guadagnano tanto, ma il corpo umano è un discorso a parte. Giocare in continuazione aumenta lo stress e lo stiamo vedendo durante queste pause delle Nazionali. Si passa di colpo da una realtà ad un’altra, la scorsa sosta è stata un ospedale di campo. Secondo me sarebbe un bene che venissero considerati questi aspetti. Magari in Nazionale si dovrebbe andare solo un mese in estate e un mese in inverno. Dovrebbero essere ben distinte le due questioni».
«Atalanta, hai fatto la scelta giusta. Palladino uno dei migliori italiani in assoluto»
Cosa ne pensi della scelta dell’Atalanta di cambiare allenatore, passando da Juric a Palladino?
«Oltre ad essere suo amico, sono anche un grande ammiratore di Raffaele Palladino. Secondo me è un allenatore di altissimo livello, ha grande leadership e la capacità di saper coinvolgere e far sentire importanti tutti. È un allenatore giovane ma l’esperienza complicata vissuta alla Fiorentina l’ha arricchito molto. A Monza era circondato da persone che lo sostenevano in modo importante, a Firenze da come ho sentito non è stato così. Credo che l’Atalanta abbia fatto la scelta giusta, è uno degli allenatori italiani giovani migliori in assoluto».










