Vittoria e umiliazione. Il partito di Giorgia Meloni suona la carica dopo la vittoria in Calabria, ma soprattutto dopo la sconfitta degli altri. Il post di Fratelli d’Italia con la didascalia “avete perso”, pubblicato a seguito della sconfitta elettorale di Conte, Schlein e Bonelli in Calabria, rappresenta una scelta comunicativa fortemente polarizzante e strategica, mirata a consolidare il consenso fra i propri sostenitori e rafforzare la narrazione della vittoria del centrodestra.
La grafica propone a caratteri cubitali la frase “avete perso” associata ai volti dei leader dell’opposizione, enfatizzando la netta sconfitta della coalizione avversaria. Il tono è ultimativo, privo di sfumature concilianti: usa l’ironia e l’attacco diretto, un tratto tipico della comunicazione digitale di Fratelli d’Italia e del team di Giorgia Meloni, influenzata dall’approccio virale del “war room” digitale. Il messaggio è immediato, facilmente condivisibile e studiato per generare reazioni emotive e aumentare la visibilità sui social.
La strategia rientra nel “pop style” della comunicazione politica contemporanea, dove la spettacolarizzazione dello scontro partitico diventa uno degli strumenti chiave per influenzare l’opinione pubblica e orientare i trend di conversazione in rete. Fratelli d’Italia padroneggia queste logiche, agendo anche in modo provocatorio per alimentare reazioni e contrasto, ottenendo attenzione e misurando l’efficacia su numeri di condivisione e commenti virali.
Però c’è un però.
Perché l’altro lato della medaglia è l’accentuazione delle divisioni politiche tra i cittadini, che si traduce in una crescente difficoltà nel condurre un dibattito pubblico costruttivo. Questi messaggi, studiati per suscitare reazioni emotive forti, alimentano una logica “noi contro loro”, spingendo le persone ad arroccarsi nelle proprie identità partigiane e riducendo lo spazio per posizioni moderate e dialogo argomentato. Questo processo può minare il tessuto democratico, favorire la diffusione di contenuti tossici, discriminatori o falsi, e indebolire la fiducia nelle istituzioni e nei fatti, con il rischio di segmentare la società in “camere dell’eco” dove ciascuno si confronta solo con chi la pensa come lui.
Abbassare i toni non è più di casa, né di moda.
Nel video l’analisi di Alberto Contri, docente di Comunicazione Sociale.










