Milan aiutato? Il rigore concesso contro la Fiorentina scatena gli animi in diretta

Due gol di Rafael Leão ribaltano la Fiorentina e portano il Milan in vetta alla classifica, ma il rigore concesso nel finale del match ha acceso più di una polemica. Una partita iniziata con ritmi lenti e priva di vere emozioni si è accesa nella ripresa, fino al controverso penalty assegnato ai rossoneri nei minuti finali. Il contatto tra Parisi e Gimenez in area è finito sotto la lente d’ingrandimento e ha diviso tifosi, opinionisti e addetti ai lavori.

Milan-Fiorentina, la partita si accende tardi, poi l’episodio chiave del rigore

Dopo un primo tempo opaco, il vantaggio della Fiorentina al 55’ con Gosens sembra sbloccare la gara. Il Milan reagisce al 63’ con un tiro da fuori di Leão, aiutato da un’incertezza di De Gea. Da quel momento i rossoneri guadagnano campo e occasioni, ma è all’86’ che arriva l’episodio che cambia tutto.

Gimenez cade in area dopo un contatto con Parisi: una mano sulla spalla, una leggera trattenuta, poi il messicano finisce a terra tenendosi il volto. L’arbitro Marinelli, ben posizionato, lascia correre. Ma il VAR lo richiama dopo circa un minuto e mezzo, e dopo una lunga revisione, cambia la decisione: rigore. Leão dal dischetto non sbaglia. È il 2-1 finale.

Milan-Fiorentina, moviola e protocollo: il VAR ha sbagliato sul rigore?

La dinamica dell’intervento è complessa. Il primo contatto di Parisi su Gimenez avviene sul braccio, con la mano che poi scivola verso il collo. La caduta dell’attaccante, accentuata e con le mani al volto, ha generato sospetti di simulazione. Da un punto di vista tecnico, il contatto è stato valutato come lieve dalla maggior parte degli addetti ai lavori. Non tale certamente da giustificare una caduta così plateale.

La questione centrale, però, riguarda l’intervento del VAR. Il protocollo prevede che il VAR richiami l’arbitro solo in caso di errore chiaro ed evidente o quando l’arbitro non ha visto l’azione. Ma Marinelli, nella circostanza, era ben posizionato e ha scelto consapevolmente di non intervenire. In questo senso, si può parlare di un errore procedurale nella gestione dell’episodio, più che di una svista interpretativa.

Ulteriori dubbi sono nati dal comportamento dello stesso Gimenez subito dopo la caduta. Restando a terra e portandosi le mani al volto (nonostante il contatto fosse altrove) ha acceso gli animi. Luca Ranieri lo rimprovera sul campo, considerandolo un gesto plateale. Nei secondi successivi, Gimenez rifila due piccoli calcetti allo stesso Ranieri. Un gesto potenzialmente punibile, che però non viene rilevato dall’arbitro. La situazione si complica ulteriormente e contribuisce alla percezione di un arbitraggio confusionario.

Reazioni durissime a Radio Radio Mattino – Sport e News

Le reazioni non si sono fatte attendere. In diretta su “Radio Radio Mattino – Sport e News”, il clima si è acceso sin dalle prime battute.

Roberto Pruzzo è stato durissimo: “Ma quale rigore? Ma ci stiamo prendendo in giro? Se l’arbitro in campo decide di non fischiare e vede tutto, vuol dire che per lui non c’è nulla. Poi arriva il VAR e cambia tutto. Ma è simulazione, non rigore. Siamo alle comiche”.

Anche Nando Orsi ha espresso forti perplessità sulla dinamica e sulla gravità del fallo: “Per dare rigore deve esserci qualcosa di serio. Questi sono contatti da moviola, non da massima punizione. Non si può accettare che partite si decidano per episodi così. L’arbitro era lì, aveva deciso. Il VAR non deve correggere una decisione soggettiva”.

Mario Mattioli ha poi allargato il discorso, mettendo in discussione l’intero sistema VAR in Italia:

Qui si va oltre l’errore. Si compromette il lavoro di allenatori e squadre per decisioni cervellotiche. Il VAR ha snaturato il calcio italiano. Gli arbitri passano 80 minuti con la mano all’orecchio. Non arbitrano più. E in questo caso è stata una delle peggiori combinazioni arbitro-VAR mai viste”.

Un rigore che pesa (molto)

Il Milan conquista tre punti cruciali, vola in testa alla Serie A, mentre la Fiorentina sprofonda all’ultimo posto. Ma resta una ferita aperta sul fronte arbitrale. L’episodio del rigore è destinato a far discutere ancora a lungo, non solo per la decisione in sé, ma per come è arrivata. La tecnologia, ancora una volta, non ha fatto chiarezza: ha solo aggiunto confusione e sospetti.