Nella giornata di giovedì 23 ottobre 2025, il professor Giorgio Buonanno, ordinario di Fisica tecnica ambientale presso l’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, è stato audito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19. Il motivo? Buonanno si è distinto negli ultimi anni per la sua expertise scientifica nell’ambito della qualità dell’aria e della trasmissione aerogena dei virus, un tema cruciale durante la pandemia.
Durante il suo intervento a Palazzo San Macuto, Buonanno ha lanciato un monito diretto e chiarissimo: la pandemia di Covid-19 ha trovato terreno fertile soprattutto in ambienti chiusi dove la ventilazione e la qualità dell’aria sono state spesso trascurate. Ha sottolineato come nelle prime fasi della gestione della crisi sanitaria vi sia stata un’attenzione insufficiente alle misure di aerazione e filtrazione dell’aria, privilegiando invece protocolli basati principalmente sul distanziamento sociale e la sanificazione delle superfici, insufficienti a fermare la trasmissione aerea del virus.
Il docente ha illustrato con dati scientifici come la concentrazione di aerosol negli spazi chiusi, quali scuole, uffici e mezzi pubblici, sia direttamente correlata al rischio di contagio. Ha quindi auspicato una revisione delle politiche pubbliche di prevenzione con l’adozione di sistemi tecnici più avanzati di ventilazione meccanica controllata. Si è detto favorevole a investimenti strutturali per migliorare la qualità dell’aria indoor, accompagnati da campagne di sensibilizzazione ai cittadini e linee guida tecniche più rigorose per affrontare crisi simili in futuro.
Le osservazioni di Buonanno, note anche per la sua esperienza internazionale e per la collaborazione con istituti di ricerca all’estero, sono state recepite con interesse dalla Commissione, che ha richiesto approfondimenti per integrare tali indicazioni nelle strategie di prevenzione sanitaria.
«Abbiamo speso risorse e energie per disinfettare superfici che rappresentavano un rischio marginale, mentre avremmo dovuto concentrarci sulla ventilazione e sul ricambio d’aria», ha osservato, richiamando l’evidenza scientifica accumulata fin dai primi mesi del 2020.
«Non basta aprire una finestra ogni tanto: occorrono sistemi di ventilazione meccanica controllata, dimensionati in base all’uso reale degli ambienti», ha spiegato. Ha quindi auspicato una revisione delle politiche pubbliche di prevenzione con l’adozione di sistemi tecnici più avanzati di ventilazione.
«Serve una visione strutturale, non emergenziale: la qualità dell’aria deve diventare un parametro di salute pubblica, come l’acqua potabile o la sicurezza alimentare».
Nel video l’audizione integrale.










