Si è dimesso il primo ministro francese Lecornu: ora il Paese torna di nuovo nelle mani di Macron.

E’ durato una notte il Governo Lecornu in Francia. Il nuovo premier scelto da Emmanuel Macron ha subito presentato le sue dimissioni, accettate dal Presidente della Repubblica, che però gli ha chiesto di tentare in due giorni gli ultimi negoziati. “Ho accettato la richiesta del presidente della Repubblica – scrive Lecornu su X – di condurre ulteriori discussioni con le forze politiche per la stabilità del Paese. Mercoledì sera dirò al capo dello Stato se ciò sarà possibile o no, affinché possa trarne tutte le conclusioni del caso“. Comunque vada, pare che il premier dimissionario comunque non voglia guidare il governo. Per questo la Francia ora ricade in una depressione politica che obbliga Macron a dover pensare diversi scenari. Li vediamo con Bonifacio Castellane.

I tre scenari dopo Lecornu

Qualsiasi governo nominato da Macron come espressione del macronismo non avrà mai i voti“, spiega il giornalista de La Verità. “Perché nel frattempo Macron, più di un anno fa, ha pensato di sciogliere il Parlamento per andare ad elezioni e il partito che ha vinto era il Rassemblement National. Tutti si aspettavano che Macron concedesse di formare il governo per metterli alla prova, se lo aspettava tutta la Francia. Macron non ha voluto, non ha concesso a Marine Le Pen di formare il governo e quindi non ha voluto questa famosa messa alla prova. Questo ha creato una spirale, un vicolo cieco nel quale ora si è infilato. Ha bruciato tutti i suoi candidati, ha bruciato tutti i suoi amici, ha definitivamente chiuso il rapporto con il Paese, il suo partito ormai non ha più la minima chance di vincere le elezioni. A questo punto ci sono di fronte a noi due interessantissimi scenari“.

Il famoso cordone sanitario che i francesi hanno sempre fatto nei confronti di Jean-Marie Le Pen e adesso del Rassemblement National, per la prima volta, grazie alle posizioni estremiste tenute da Mélenchon, è emerso che il 60% dei francesi è più d’accordo nel fare un cordone sanitario contro Mélenchon che contro il Rassemblement National. La sinistra è riuscita, con le manifestazioni di piazza pro-pal, a suicidarsi in Francia. Perché nel momento in cui tu perdi la possibilità di creare il cordone sanitario di salute nazionale, arginando le destre, ma convinci i francesi che il vero pericolo viene dalla France Insoumise, da Mélenchon e dall’estrema sinistra, ecco che a questo punto hai perso ogni possibilità, non solo di andare al governo ma anche di impedire ai tuoi avversari di vincere. Allora cosa succede? Visto che le cose sono finite in una spirale sempre peggiore per Macron, a questo punto Macron ha di fronte a sé tre possibilità“.

L’articolo 16

La prima è risciogliere ancora il Parlamento. Oppure conferire a qualcun altro l’incarico di governo“, spiega Boni Castellane. L’altra opzione? Le dimissioni di Macron da Presidente della Repubblica, il che porterebbe alle elezioni presidenziali, decisive in Francia. In ballo però potrebbe esserci anche un’altra possibilità di cui si starebbe discutendo. “Lo scenario più distopico, più cinematografico, più fantasioso, più complottista, però quello che ci interessa più di tutti: l’utilizzo da parte del signor Presidente Emmanuel Macron dell’articolo 16 della Costituzione francese, cioè la vocazione a sé dei famosi pieni poteri. Quando una volta Salvini s’è fatto scappare questa espressione, l’hanno chiamato cancelliere per un anno“.

Ascolta l’analisi integrale a Lavori in Corso.