In queste ultime settimane si sente parlare sempre più spesso di droni presumibilmente russi (almeno, così si dice) che violano ripetutamente gli spazi aerei europei.

Negli scorsi giorni, ad esempio, l’Italia ha fatto decollare i propri caccia per intercettare jet russi nei cieli estoni. Sempre di recente, la Germania del cancelliere Merz ha inviato i suoi aerei da guerra per la presenza di velivoli russi nel Baltico. E ancora, qualche settimana fa, la Polonia avrebbe abbattuto dei droni russi – almeno così è stato riferito – che stavano violando il suo spazio aereo.

Provocazioni

Dulcis in fundo, almeno per ora, Copenaghen si è vista costretta a chiudere il proprio aeroporto a causa di droni non identificati che sorvolavano liberamente il cielo danese.

Che cosa sta accadendo, dunque?
Siamo di fronte a provocazioni orchestrate dalla Russia di Putin per sondare il terreno, testare i tempi di reazione e le capacità dell’Europa? Un ritorno, in un certo senso, alle logiche della Guerra Fredda?

È certamente una possibilità da non escludere. Lo si è fatto in passato, nulla vieta di pensare che possa accadere anche oggi.

Ma abbiamo davvero la certezza che si tratti di droni russi?
Non varrebbe forse la pena, almeno per ipotesi, di sollevare quel ‘dubbio iperbolico’ di cartesiana memoria? Tanto più che, come è emerso ufficialmente nei giorni scorsi, il drone che ha colpito Lublino, in Polonia, non era russo ma… polacco. Eppure, inizialmente, molti lo avevano attribuito a Mosca.

Le ipotesi alternative

Si potrebbe trattare allora di un false flag?
Come si suol dire, un’operazione sotto falsa bandiera con cui l’Europa cerca un casus belli con la Russia? Anche questa è un’ipotesi da non scartare a priori.

Quel che è certo, in ogni caso, è che gli Stati Uniti d’America appaiono pronti a intervenire – e forse non vedono l’ora di farlo. Donald Trump ha già dichiarato che gli USA sono disposti a sostenere il proprio alleato polacco in caso di escalation militare con la Russia.

Sorge anzi il sospetto che Washington stia mandando in avanscoperta l’Europa (sua serva sciocca) per cercare, a ogni costo, l’occasione per un intervento diretto, presentandosi, come da copione, nella veste del ‘salvatore del mondo’: la forza del bene che interviene nobilmente per portare la pace… con missili democratici e bombe umanitarie.

Naturalmente, queste sono solo ipotesi. Ma ipotesi che meritano di essere prese sul serio.

ONU

Del resto, dopo la vicenda della celebre provetta di Colin Powell all’ONU, è legittimo nutrire una certa diffidenza nei confronti della narrazione occidentale. Non sarebbe la prima volta, dopotutto, che si costruisce ad arte un pretesto per attaccare chi si è già deciso di attaccare.

Insomma, non fidiamoci troppo dei ‘padroni del discorso’.
I padroni del discorso, in passato, hanno mentito. E nulla ci vieta di pensare che possano farlo anche oggi.

Intelligenti pauca.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro