Forse era una maschera un po’ troppo abbassata.
Chi ama ascoltare approfondimenti liberi e non allineati si è forse accorto di una sgradita sorpresa: Giù la Maschera, il programma radio condotto da Marcello Foa, è stato cancellato all’improvviso dai palinsesti di Rai Radio 1. Una scelta che ha fatto molto discutere, soprattutto per chi riconosceva in quella trasmissione uno spazio prezioso di pluralismo e libertà di espressione.
A raccontare questa vicenda è lo stesso Foa, ex presidente della Rai, con parole cariche di amarezza e sorpresa. Il programma, nato due anni fa con l’intento di essere un autentico servizio pubblico, proponeva ogni giorno un solo argomento affrontato con pluralismo, mettendo a confronto voci e opinioni diverse, anche quelle meno presenti nei canali mainstream. Al fianco di Foa, nella sua avventura, giornalisti e intellettuali del calibro di Peter Gomez, Alessandra Ghisleri, Giorgio Gandola e, all’inizio, Luca Ricolfi hanno dato autorevolezza e profondità a una trasmissione unica nel suo genere.
Nonostante il successo e il potenziamento del programma da parte di Rai Radio 1 solo un anno fa, oggi questa esperienza è bruscamente interrotta. La ragione? Secondo Foa, è una questione di cambiamenti interni e pressioni esterne. È cambiato il direttore di Rai Radio 1, Nicola Rao, in carica da luglio 2025, e come spesso accade in situazioni simili è arrivato il peso delle influenze politiche. I partiti, da sempre abituati a rimettere mano ai palinsesti, hanno fatto sentire la loro voce.
Foa però denuncia soprattutto la modalità con cui la decisione è stata comunicata: lui, che è stato anche presidente della Rai, non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale. “Ho scoperto la cancellazione del programma solo per caso, leggendo i media”, dichiara a Lavori in Corso. Questo silenzio istituzionale ha rafforzato la sua amarezza oltre alla cancellazione in sé.
Altri programmi del palinsesto sono stati invece confermati, ma Giù la Maschera, il cuore libero del racconto quotidiano di Rai Radio 1, è stato l’unico a essere cancellato. Un segnale, per Foa, che evidenzia quanto la libertà di espressione e il confronto autentico possano essere messi in secondo piano di fronte a logiche politiche.
“Non c’era alcun tabù ad affrontare qualsiasi argomento, questo è molto importante. Era un programma libero e indipendente. Evidentemente troppo libero e troppo indipendente”.










