In Italia, la solitudine degli anziani rappresenta una vera e propria emergenza sociale sottovalutata, che con il passare degli anni rischia di aggravarsi in modo significativo. Attualmente, circa 2,5 milioni di persone oltre i 74 anni vivono da sole, una condizione che riguarda ben il 40% degli over 74. Le proiezioni demografiche indicano che entro il 2045 questo numero potrebbe salire a 3,6 milioni, coinvolgendo il 6% della popolazione complessiva. Questo significa che quasi metà degli italiani che raggiungeranno l’età avanzata si troverà a vivere da solo, spesso nella propria abitazione, poiché è raro che vi siano trasferimenti in case di riposo o ritorni a vivere con i figli.

Il quadro emerge ancora più drammatico se si considera che l’assistenza famigliare, seppur ancora presente nella maggioranza dei casi, non è sempre sufficiente o garantita. Se l’86% degli anziani soli riceve qualche forma di aiuto da familiari non conviventi, il 14% non ha alcun sostegno da parte dei figli o parenti. In molti casi, l’anziano stesso può non richiedere aiuto, convinto di non averne bisogno, ma il dato resta un campanello d’allarme rispetto alla fragilità crescente di questa fascia di popolazione.
Inoltre, la solitudine degli anziani in Italia si traduce in gravi conseguenze di salute, sia fisiche che mentali. Rispetto alla media europea, gli anziani italiani presentano livelli molto più elevati di isolamento sociale: il 14% non ha nessuno a cui chiedere aiuto e il 12% non ha nessuno con cui confidarsi, raddoppiando così le percentuali medie degli altri Paesi occidentali. La solitudine è associata a un aumento significativo del rischio di depressione, disturbi del sonno, demenza e malattie cardiovascolari, con un tasso di suicidi tra gli anziani particolarmente alto, che rappresentano il 37% dei suicidi totali in Italia, pur costituendo solo il 24% della popolazione.

Altra componente allarmante è che, soprattutto per le donne anziane, la solitudine abitativa è molto diffusa: più del 63% delle donne oltre i 64 anni vive da sola. Questo dato si inserisce in un contesto di progressiva riduzione delle famiglie tradizionali, con un calo costante delle coppie con figli e un aumento delle famiglie composte da una sola persona, molte delle quali sono anziani.
Il fenomeno della solitudine degli anziani in Italia non è quindi solo un problema di ordine sociale, ma si configura come una emergenza sanitaria e morale che necessita di interventi strutturati e coordinati. Malgrado la presenza di alcune iniziative di rete solidale, la risposta istituzionale rimane ancora insufficiente. È necessario riconoscere e intervenire su questo problema in modo organico, mettendo in campo politiche di supporto, prevenzione e inclusività, per evitare che un numero sempre maggiore di anziani sia lasciato solo, senza adeguata assistenza né compagnia.

La solitudine degli anziani è una crisi silenziosa, ma dal peso reale e crescente, che richiede attenzione immediata da parte della società e delle istituzioni. La loro presenza attiva e la piena integrazione nelle reti sociali e familiari devono diventare un obiettivo prioritario per garantire dignità, salute e benessere nella fase più fragile della vita.