Mi – ami o no? Questo sembra chiedere la Juventus a se stessa e alla propria soglia di autostima, così tanto strapazzata contro il City e rispolverata sotto il cielo uggioso della Florida per non sfigurare contro il Real Madrid di Alonso, sperimentale nel movimenti più che negli uomini.

All’inizio i bianconeri, per l’occasione neri e basta, sembrano in grado di pungere, soprattutto per vie verticali, perché il Real all’inizio lascia le zolle centrali poco presidiate.

Sonnacchiosamente, Vinicius e compagni si impossessano di pallone e, soprattutto, tempi di gioco, offrendo poco allo spettacolo ma togliendo molto all’intensità perseguita dalla Juventus.

La rete madridista, firmata di testa dal canterano Garcìa, arriva esattamente quando serve, ossia nel cuore della partita, quando gli equilibri, o presunti tali, possono andare in frantumi se gli altri hanno in serbo Mbappé e Modric e agli avvicendamenti altrui ci si può opporre, con tutto il rispetto, con Koopmeiners e Kostic. L’assist del gol, per dire, lo confeziona Alexander – Arnold.

Anche grazie alle mani e ai piedi di Di Gregorio il risultato resta ancorato al minimo scarto, con gli avvicendamenti che non hanno cambiato l’inerzia della gara per i bianconeri e i mancati ingressi che sono uno spunto ulteriore per chi si occupa di calciomercato.

Paolo Marcacci