GARLASCO, DE GIUSEPPE: “IMBARAZZANTE INCOMPATIBILITÀ DI GAROFANO” – A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco continua a suscitare dibattiti, soprattutto alla luce delle ultime novità. Le nuove indagini avviate dalla Procura stanno riportando l’attenzione su uno dei delitti più controversi della cronaca italiana. In particolare, negli ultimi giorni ha fatto estremamenrte scalpore il ruolo ricoperto attualmente da Luciano Garofano, ex comandante dei RIS di Parma (all’epoca dei fatti coinvolto nelle prime investigazioni), ora consulente per Andrea Sempio, il nuovo indagato nel caso.
Ed è in questo scenario che si inserisce l’intervento di Alessandro De Giuseppe, inviato de Le Iene, ospite in diretta su “LAVORI IN CORSO” con Stefano Molinari, insieme al Generale Ernesto Di Serio.
Garlasco, De Giuseppe: “Garofano non può difendere le sue stesse indagini”
Tra le affermazioni più incisive, spicca quella di De Giuseppe riguardo alla posizione attuale di Garofano, che all’epoca coordinò le indagini scientifiche. L’inviato ha messo in evidenza un chiaro conflitto d’interessi: “Se sei stato a capo dei RIS e ora fai il consulente per un indagato, stai difendendo il tuo stesso lavoro. È un ruolo che contrasta profondamente con quello che hai ricoperto in passato”.
De Giuseppe ha anche ricordato una recente intervista con l’avvocato Lovati, legale di Sempio: “Gli ho chiesto se Garofano fosse stato scelto o si fosse proposto. Mi ha risposto che l’ha scelto lui, ma non sembrava molto convincente. Stiamo parlando di un ex comandante che ora lavora ‘come genetista’ per una delle parti coinvolte”.
“C’è troppa isteria collettiva. Serve silenzio, non caccia all’uomo”
Nel corso del suo intervento, l’inviato delle Iene ha espresso forti critiche anche riguardo al circo mediatico che si è creato attorno alla riapertura del caso: “Ogni giorno spunta una nuova notizia. Spesso le fonti non vengono nemmeno verificate. Penso che ci sia bisogno di un po’ di silenzio: il silenzio è prezioso, soprattutto per chi sta lavorando seriamente”.
Un passaggio particolarmente incisivo ha riguardato poi il comportamento di alcuni giornalisti: “Ci sono persone che scavalcano cancelli, che non rispettano nemmeno il vicinato. Anche noi andiamo sotto casa delle persone, ma lo facciamo con educazione. Facciamo la domanda, e se non riceviamo risposta, ce ne andiamo. Ora si sta superando ogni limite”.
Il monito finale: “Nessuno è un detective. Io faccio il mio lavoro, altri facciano il loro”
De Giuseppe ha concluso il suo intervento richiamando l’importanza dell’etica professionale e dei ruoli: “Io sono un inviato, non un detective. Ho trovato contenuti e raccolto testimonianze, ma ci sono persone molto più competenti che devono portare avanti le indagini. Ognuno deve fare il proprio mestiere”.
Un messaggio forte, che mette in luce le sovrapposizioni di ruoli, gli interessi personali e il rumore mediatico che rischia di compromettere una nuova possibile verità sul caso.
ASCOLTA L’INTERVENTO INTEGRALE SU “LAVORI IN CORSO” – CON STEFANO MOLINARI