L’alternativa ai diktat dell’Unione Europea c’è e ve la spieghiamo facile

Geopolitica, ESG e Unione Europea: una deriva strategica

Negli articoli di cui vi sto parlando in questi giorni ho trattato diversi argomenti. Ho parlato di Jerome Powell, della Banca Centrale Europea, della Fed americana, del rapporto Cina-Stati Uniti, degli accordi commerciali e dei cambiamenti in corso in materia di ESG, cioè Environment, Social and Governance. Quest’ultima è diventata Geopolitics, al solo scopo di giustificare regole folli, criminali, scellerate, tutte a vantaggio delle bombe anziché della diplomazia. Questa, purtroppo, è l’impostazione dell’Unione Europea. Quello che vi sto proponendo è dunque un ragionamento di strategia generale. Ma esiste anche un altro tipo di strategia: quella a vantaggio delle imprese.

Dalla politica ai convegni: la proposta di una strategia umanistica

Quello che io credo — e che cerco di esprimere nei contesti pubblici in cui mi trovo — è che sia necessario andare verso una strategia della pace. Sarò relatore nelle prossime settimane in un convegno al Senato della Repubblica, poi in università, e infine moderatore in un convegno alla Camera dei Deputati, il 5 giugno nella Sala della Regina. In tutti questi ruoli porto all’attenzione del mondo politico la necessità di uscire dal pensiero unico liberista, spesso veicolato da commentatori sciocchi, per promuovere quella che io definisco strategia umanistica.

Il Manuale universitario e la via italiana alla pace

È uscito il mio primo libro, un manuale universitario di strategia umanistica, pubblicato dalla Eurilink University Press, casa editrice dell’università in cui lavoro. Il titolo è Manuale di corpo restrettici, un testo scientifico che intende offrire una via italiana per affrontare le grandi questioni del mondo contemporaneo. Una via umanistica, una via della pace. Questa visione è l’opposto del modello dominante e si propone come alternativa fondata su valori etici e culturali profondi.

L’uomo al centro dell’economia, non il software

Il pensiero che voglio esprimere oggi è che tutti i miei commenti, che porto avanti da anni in questa rubrica, sono orientati a promuovere un’economia della pace. Non voglio parafrasare il nuovo papa, che ha esordito con un messaggio molto simile. Ma secondo me, correttamente. Voi direte: “vabbè, un papa cosa dovrebbe dire?” Beh, meno male che ha detto quelle cose. E io, da laico, dico che ha ragione.

Al di là delle opinioni religiose, la cultura della pace è una cultura strategica che attraversa i secoli, e che ha reso alcuni momenti storici particolarmente felici. Noi italiani dovremmo essere orgogliosi di questo pensiero che parte dall’antica Grecia, passa per la Magna Grecia, il mondo latino, fino ad arrivare al Rinascimento, dove nasce l’uomo vitruviano, simbolo dell’umanesimo e dell’equilibrio. È l’uomo, e non il software, che dovrebbe stare al centro dell’economia. Questo è il senso profondo delle mie rubriche, che quotidianamente voi ascoltate. Grazie per l’attenzione, grazie Radio Radio. Buona economia umanistica.

MALVEZZI QUOTIDIANI – L’ECONOMIA UMANISTICA SPIEGATA BENE CON VALERIO MALVEZZI