Potenza della Premier League: la sedicesima e la diciassettesima del campionato si giocano la seconda coppa per importanza, con l’accesso alla prima come benefit aggiunto al trofeo.
United favorito alla vigilia? Leggermente, con percentuale crescente quando apprendiamo che Son non è nell’undici titolare. Del resto, non era al meglio.
C’è una spruzzata di Serie A, con tanto di nostra amara riflessione, all’interno del rettangolo di gioco con Vicario, Onana, Dorgu, Udogie, Fernandes, Romero, fino a Zirkzee.
Entrambe sotto ritmo, tra errori individuali ed equilibrio stagnante, ma con occasioni rocambolesche in un’area come nell’altra.
Quando fanno il loro ingresso Son per i londinesi e Garnacho per i Diavoli Rossi, sembra che la partita si conceda un poco di vivacità in più dalle parti delle due aree: preme lo United, riparte appena può il Tottenham. Gli uomini di Amorim avvolgono ma non finalizzano, mentre il Tottenham tenta di aggredire appena può la porzione di campo che Maguire e compagni si lasciano alle spalle.
Alla fine ha ragione Postecoglou, che non a caso faceva il difensore, perché il suo Tottenham attendista e combattivo nei duelli individuali si fa bastare il “gollonzo” di Johnson: la Coppa vola a Londra, salvando la stagione del Tottenham con tanto di livrea. A Manchester resta l’amarezza per una stagione complicata sin dall’inizio, acuita dalla visione dei festeggiamenti di una squadra inglese che non è lo United.
Paolo Marcacci