Ad un’ora da Bergamo, al di là di un ponte e immerso nella natura più autentica, c’è un agriturismo che riesce a trasportarti nel cuore più profondo della realtà bergamasca di montagna.
Nel cuore della Valle Brembana, in Lombardia, sorge Ferdy Wild. Una struttura circondata dalle maestose Alpi Orobie, dove gli animali pascolano liberi e non è raro incontrare una mucca di razza antica che si aggira placida tra i prati.
La gestione è interamente familiare e inizia nel lontano 1989. Oggi il capobranco è Nicolò Quarteroni, che descrive Ferdy come un vero e proprio ecosistema in equilibrio, nato con l’obiettivo di valorizzare l’anima agricola della montagna. Un’anima fatta di lavoro duro, condizioni ambientali complesse e profondo rispetto per il territorio.
L’ospitalità e la ristorazione sono il naturale proseguimento di questo progetto, che ha ricevuto un importante riconoscimento: la stella verde della Guida Michelin 2024 (confermata nel 2025); un premio che celebra le realtà gastronomiche che prestano particolare attenzione all’ambiente e alla sostenibilità.

Una cucina di identità e consapevolezza
La cucina di Ferdy è guidata da Alessio Manzoni e Alessandro Paleari, e propone una vera e propria cucina d’alpeggio identitaria. Una cucina che esprime con forza il carattere della montagna, con la consapevolezza dei propri limiti, ma anche con la capacità di superarli con intelligenza e rispetto per la natura.
La proposta culinaria mette a disposizione un menù alla carta e tre differenti percorsi degustazione: Ma le Orobie di più (8 portate a 90 euro o 10 portate a 105 euro), La Tradisiù (5 piatti storici a 75 euro) e Viarol de la Petronilla (un percorso vegetariano tra erbe spontanee, radici, bosco a 75 euro).
La Tradisiù: un viaggio nel tempo
È proprio la voglia di valorizzare il prodotto locale e rispettare la stagionalità delle Orobie che invita ad intraprendere il percorso storico “La tradisiù”. Un viaggio emozionante che inizia già dagli appetizer.
Si inizia con una piccola ma intensa polpettina 1989 con delle polpettine che racchiudono la memoria dell’agriturismo di erbe spontanee; seguite da pa, formai e salam, un antipasto tipico di salumi e formaggi bergamaschi accompagnati da giardiniera fatta in casa. A concludere il Waffle fiorito, un waffle di Granun, formaggio super stagionato, con cremoso di Agro del Ferdy ornato da erbette spontanee vegetali. Un piatto che esalta la diversità delle consistenze e delle forme dei formaggi d’alpeggio.
Il primo piatto è una specialità dell’agriturismo, il nome significa “caspita, che buono” – fidech (che bu) – e si tratta di uno spaghetto fresco cotto nel siero di latte, mantecato in burro e pepe, completato da un fegato di vacca wild etik marinato e affumicato, in stile bottarga. Un piatto che racconta l’essenza della montagna e trasforma i limiti in potenza. Una portata che valorizza ogni aspetto dell’animale.
In seconda portata viene servito un capretto orobico brasato 1989, una terrina di capretto con glassa di uva fragola e fondo bruno, abbinato da vegetali di stagione. Un inno alla carne etica e alla tradizione.
Il percorso si conclude con un dolce ispirato al simbolo bergamasco per eccellenza. Un bisquit di polenta con composta di mele, uvetta e noci, parfait di miele di tiglio e castagno, spuma di latte e miele millefiori. Le polveri colorate richiamano il vestito di arlecchino, da qui il nome del piatto, e chiudono il percorso con un sorriso.

Ferdy: un’idea di mondo
Ferdy non è solo un luogo dove mangiare bene. È un respiro profondo di aria pura, un racconto di montagna che passa per i sensi, una filosofia che mette al centro l’uomo, la natura e il tempo.
Qui si vive la montagna a modo loro, con formaggi freschi e stagionati prodotti in loco, carni etiche, erbe spontanee raccolte nei boschi e vini artigianali scelti tra piccoli vigneron che, come Ferdy, non vogliono abbandonare a tradizione.
La montagna, si sa, non ha fretta, e sa regalare emozioni autentiche a chi ha la sensibilità di ascoltarla. E Ferdy lo sa bene.

Qualche mese fa Nicolò ci è anche venuto a trovare a Show Food. Ci ha raccontato il suo mondo e il suo modo Wild per vivere la montagna, non perdete la sua intervista.
Il presente articolo non è frutto di alcuna collaborazione sponsorizzata, le considerazioni espresse sono opinioni personali.