Il primo turno delle elezioni amministrative del 2025 ha mandato un messaggio chiaro: è stato un risultato nettamente positivo per il centrosinistra e negativo per il centrodestra.

Elezioni amministrative: un segnale forte dalle città
Come sottolinea Daniele Capezzone ai microfoni di CapezZoom, “questi sono i fatti”. Il centrosinistra vince agevolmente a Ravenna – dove era previsto – ma sorprende anche a Genova, aprendo la strada a ballottaggi complessi in altre città chiave come Taranto e Matera. In un contesto in cui i ballottaggi diventano sempre più imprevedibili, la vera incognita, secondo Capezzone, non è quanti voteranno, ma chi: “In genere c’è un effetto di galvanizzazione per chi pensa di poter vincere e un effetto di depressione per chi teme di perdere”.
Centrodestra, minimizzare non basta
Capezzone critica apertamente l’approccio difensivo e sottotono dei media vicini al centrodestra. “Secondo me si è sottovalutato troppo questo risultato, si minimizza”, afferma. Pur riconoscendo che il governo resta forte, avverte: “Un campanello d’allarme complessivo c’è, soprattutto nelle grandi città, dove il centrodestra non governa in nessuna delle prime 10-15”. Una situazione che, secondo l’editorialista, dovrebbe spingere a una riflessione più profonda: “Senza drammi, non è una tragedia, però un po’ di analisi seria andrebbe fatta”.
Centrosinistra: euforia prematura
Dall’altra parte, Capezzone denuncia il rischio di un’euforia fuori misura tra i commentatori di sinistra: “Sul lato sinistro si fa l’errore opposto. Festeggiamenti, trenini… su Repubblica oggi sembra che siano già quasi a Palazzo Chigi”. Eppure, ammonisce, “che la sinistra si ammucchi tutta non significa che abbia risolto i suoi problemi”. Mancano ancora un candidato premier, una linea politica comune, e soprattutto una sintesi tra le profonde differenze interne. Insomma, secondo Capezzone, “gli uni esagerano minimizzando, gli altri esagerano esaltando”.
Tifoserie mediatiche e rispetto per l’intelligenza degli elettori
Il cuore del ragionamento si sposta poi su un tema caro a Capezzone: il giornalismo partigiano. “Io suggerirei di non trattare gli italiani da cretini”, dice. “L’elettore di centrodestra sa che non è stata una buona giornata. L’elettore di centrosinistra sa che è andata bene, ma che i problemi restano tutti lì”. Secondo lui, la comunicazione politica – e mediatica – dovrebbe abbandonare il modello della “telecronaca tifosa”, perché “mettersi lo sciarpone al collo non serve”. Un monito contro la polarizzazione forzata, che spesso finisce per offendere l’intelligenza dell’elettorato.
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