Arriva il maxi stipendio per Tavares dopo il peggior anno di Stellantis | Con Marco Rizzo

TAVARES – STELLANTIS | Il 2024 passerà alla storia come un anno tremendo per il settore automobilistico, tanto in Italia come nel resto del mondo. Mentre il mercato europeo nel suo complesso ha attraversato una fase di forte contrazione, la situazione nel nostro Paese ha assunto tinte ancora più cupe. A fotografare la crisi sono i numeri: rispetto al 2023, Stellantis ha visto i suoi ricavi scendere di ben il 17%.

Ma il dato più clamoroso riguarda la produzione: nei primi tre mesi del 2025, le auto uscite dagli stabilimenti italiani sono tornate ai livelli del lontano 1956.

Uno scenario quasi apocalittico; un ‘Titanic’ imprenditoriale. Solo che, in questo caso, il primo a lasciare il timone è stato proprio il comandante. Carlos Tavares, amministratore delegato del gruppo, si è congedato da Stellantis pochi mesi fa, lo scorso 1° dicembre. Prima di abbandonare la nave, però, si è assicurato un paracadute d’oro. Infatti, secondo quanto approvato dal Cda del gruppo, Tavares porterà a casa un pacchetto da 35 milioni di euro (tra stipendio e bonus – 23,085 milioni di compensi complessivi relativi al 2024 + una buonuscita totale di 12 milioni di euro).

Tavares-Stellantis, la reazione dei sindacati | Palma: “John Elkann deve assumersi le sue responsabilità”

Ancora una volta vengono premiati i manager e gli azionisti di Stellantis mentre i lavoratori continuano a essere in cassa integrazione. Il 2025 probabilmente sarà ancora peggio del 2024 a livello di produzione, di ammortizzatori sociali e di occupazione. La proprietà si sta assumendo la responsabilità di approvare cospicue remunerazioni a chi ha portato al fallimento industriale e occupazionale di Stellantis“.

Questo il commento del segretario generale della Fiom, Michele De Palma, che ha aggiunto: “La Fiom-Cgil ha lanciato una campagna per l’integrazione al reddito per le lavoratrici e i lavoratori sui cui salari pesano negativamente gli effetti della cassa integrazione. Il presidente John Elkann deve assumersi le sue responsabilità verso le lavoratrici e i lavoratori italiani e presentare un piano industriale che rimetta al centro il lavoro e l’industria dell’auto. Il Governo non può più stare fermo, convochi il presidente John Elkann e le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi”.

Marco Rizzo: “Certe cose non sono una novità: è un sistema marcio”

In diretta su “Lavori in Corso” con Stefano Molinari, il coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare Marco Rizzo ha detto la sua sulla vicenda.

Certe cose non sono una novità: è un sistema marcio. Ricorderete tutti la vicenda di Alitalia: avevano amministratori delegati che andavano e facevano malissimo, ma prendevano liquidazioni, premi di fine carriera… E non si parla del TFR della semplice gente. Perché di norma lo prendi a fine di tutto il lavoro che fai. Questi invece passano da un posto a un altro, in genere poi sono anche interconnessi con la politica“.

Sulla flessibilità del lavoro: “Quando io ero ragazzo ci raccontavano, specie a sinistra, che l’innovazione tecnologica avrebbe portato i nuovi lavori: ‘Toglietevi dalla testa il posto fisso. Dovete essere rapidi, dinamici’. Ma alla fine erano dinamici solo quelli che stavano molto in alto. Perché poi, per il resto, la dinamicità dei ‘poveri cristi’ è quella di chi gira a fare il rider; oppure quella di chi è obbligato a espatriare. Questo è il sistema che è stato messo in atto: un sistema marcio“.

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