Il bardo cosmopolita Roberto Saviano non smette mai di stupirci e lo fa con delle uscite che sono puntualmente surreali, inqualificabili molto spesso, e che tuttavia divengono egemoniche nel discorso pubblico, dacché al Bardo Cosmopolita è garantito una sorta di salotto permanente, ad esempio nella nota a trasmissione, fintamente pluralistica, di Fabio Fazio.
Ebbene, il Bardo Cosmopolita, sulla sua pagina Facebook, ha fatto recentemente un post davvero delirante e degno di una disamina critica. Queste le parole testuali del bardo cosmopolita.
Lo sfogo di Saviano
“La fine di Elon Musk sarà una fine terribile. Mai nella storia umana chi si è comportato con tale violenza è riuscito a sopravvivere”.
Queste le surreali parole del bardo cosmopolita del suntuoso attico di Nuova York, sempre cinto da noia patrizia e sempre accompagnato dai nerboruti della guardinga scorta.
Il post, peraltro, è corredato anche da un video. Un video in cui l’araldo del pensiero unico, in assenza permanente di contraddittorio, si è avventurato a sostenere che Elon Musk farà una, sono parole sue, una fine violenta.
Non è qui in questione, si badi, il giudizio sul multimilionario turbocapitalista e transumanista americano Elon Musk. Anche noi, in effetti, ne diamo un giudizio estremamente negativo, anche se, va detto, su basi ben diverse da quelle del bardo cosmopolita cinto da noia patrizia.
Per il bardo, infatti, il patron di X, o Twitter che dir si voglia, è un nemico in quanto rappresenta sic et simpliciter la destra, rispetto a cui, invece, la sinistra figura come la parte buona, la parte degna, quella al cui fianco bisogna schierarsi.
Destrah e sinistrash
Quanto a noi, critichiamo in maniera asperrima il patron di Tesla, dacché egli rappresenta perfettamente il turbocapitalismo e le sue intrinseche patologie.
Patologie rispetto alle quali destra e sinistra, Trump e Biden, sono ugualmente estrinsecazioni.
Insomma, il bardo cosmopolita attacca la destra per difendere la sinistra e dunque la riproduzione gauchiste del turbocapitalismo. Noi per parte nostra attacchiamo la destra e la sinistra dacché attacchiamo il capitalismo, che oggi si riproduce proprio grazie alla finta alternativa o, meglio ancora, l’alternanza che nega l’alternativa tra destra e sinistra.
Il bardo cosmopolita in effetti non mette minimamente in discussione il capitalismo, al quale egli è anzi organico come intellettuale, e non per caso dal capitale riceve un palcoscenico di perenne visibilità in assenza di contraddittorio. Sì, il bardo cosmopolita figura come un intellettuale organico al capitalismo dominante, per parafrasare l’Antonio Gramsci dei quaderni del carcere. Ciò su cui vogliamo invece richiamare la vostra attenzione è l’intrinseca violenza delle parole da lui scritte e dette.
Nascondendo il suo discorso dietro una narrazione che vuole presentarsi come meramente descrittiva, il bardo cosmopolita sputa veleno e pronunzia parole inequivocabilmente surreali.
Parole nelle quali si cristallizza perfettamente lo spirito del nostro tempo senza spirito, il tempo del nulla innalzato a solo senso, il tempo della violenza fintamente inclusiva. Dunque, quello del bardo cosmopolita, se letto in trasparenza, è un discorso di odio camuffato da anodina descrizione della realtà, svolto peraltro da uno dei sempre encomiati paladini dell’inclusività arcobaleno e della tolleranza liberista.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro