Antipatie e simpatie di vario genere; opinioni variegate… Quando si parla della Roma di Claudio Ranieri le chiacchiere stanno a zero. A maggior ragione dopo l’ultima vittoria contro l’Inter, i numeri parlano chiaro. E descrivono un rendimento che, calcolatrice alla mano, varrebbe la lotta scudetto: un traguardo che nella capitale si sogna dal 2001, quasi 24 anni.
Il miglioramento rispetto alla sciagurata parentesi della gestione Juric è lapalissiano. Sotto la guida del tecnico croato, i giallorossi hanno disputato 8 partite di campionato, collezionando solo 7 punti (media di 0,87 a match). 9 i gol fatti, addirittura 14 quelli subìti. Statistiche che, insieme alle sole 3 lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione, hanno giustificato l’esonero (probabilmente tardivo) dell’ex Torino, dopo la sconfitta casalinga contro il Bologna alla 12° giornata.
Dal ritorno per la terza in volta in carriera di Claudio Ranieri, si sono giocati altri 22 turni di Serie A, fino alla 34° giornata. In questo lasso di tempo, i capitolini hanno guadagnato ben 47 punti: meglio solo il Napoli, primo in questa classifica virtuale con un punto di vantaggio. 14 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte: numeri che in proiezione sono potenzialmente da scudetto, così come il dato sui gol subìti. Dall’inizio del Ranieri ter, infatti, la Roma è la squadra con la miglior difesa in assoluto del campionato, con solo 15 reti al passivo.
Roma, con Ranieri un girone di ritorno da capolista incontrastata
Se poi si sposta lo sguardo unicamente sulle statistiche inerenti al girone di ritorno, il quadro assume dei contorni ancora più clamorosi. 15 partite: 11 vittorie, 4 pareggi e nessuna sconfitta. 37 punti fatti; prima con distacco in Serie A con 6 lunghezze di vantaggio sul Napoli secondo, per una media bulgara di quasi 2,5 a match. Nel complesso, poi, la Roma è reduce da una serie pregevole di 18 risultati utili consecutivi, all’interno della quale si registrano anche 9 clean sheet. Nel girone di ritorno, non a caso, sono solo 8 le reti subìte, a conferma di un rendimento difensivo da prima della classe (media di circa 0,5 a partita).
Tuttavia, se da un lato non può che esserci estrema soddisfazione per un finale di stagione che, contro ogni pronostico, vede la Roma ancora in gioco per un posto in Champions League, dall’altro è inevitabile il rammarico per un’annata che, numeri alla mano, avrebbe potuto essere decisamente migliore.
La sensazione (che assume quasi i tratti della consapevolezza) nella capitale è che, se dopo l’esonero di De Rossi fosse stato subito chiamato Ranieri (o anche solo dopo la debacle di Firenze con Juric), a quest’ora la classifica sarebbe stata ancora più scintillante e ambiziosa.
Ma come dice il proverbio, “Chi causa il suo mal, pianga sé stesso”. E a Trigoria la proprietà può prendersela solo con sé stessa, e gli errori folli commessi a inizio campionato.