Rinaldi mostra i numeri spaventosi sui guadagni delle multinazionali ▷ “Fanno quello che vogliono”

Il panorama economico globale è cambiato drasticamente negli ultimi decenni, portando con sé nuovi attori che, con il loro potere economico, stanno ridisegnando equilibri geopolitici e influenzando decisioni politiche su scala mondiale. Antonio Maria Rinaldi, economista ed ex europarlamentare, ha recentemente offerto una riflessione ai microfoni di ‘Un Giorno Speciale’ su come le multinazionali, più che gli stati, abbiano preso in mano le redini della scena politica internazionale. Il suo intervento solleva interrogativi cruciali sul futuro dell’economia globale e sul ruolo delle grandi corporation nell’arena geopolitica.

Il cambiamento epocale: dai governi alle multinazionali

Secondo Rinaldi, “In tutto, in qualsiasi campo, quello che è avvenuto negli ultimi 80 anni non è avvenuto nei precedenti 10.000 anni. In qualsiasi campo” Un’affermazione che sottolinea la velocità e l’intensità dei cambiamenti globali, accelerati in modo esponenziale dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’economista fa riferimento agli storici accordi di Yalta e Bretton Woods, che hanno stabilito il predominio degli Stati Uniti e la centralità del dollaro, ma che oggi sono in gran parte superati.

Nel 1971, la fine della convertibilità del dollaro segnò un punto di non ritorno: “Da lì è successo un po’ di caos” afferma Rinaldi, che descrive come il mondo si sia poi adattato con strumenti come il serpente monetario e lo SME, per culminare nell’introduzione dell’euro. Tuttavia, la globalizzazione degli ultimi 30 anni, che ha visto una crescita senza precedenti dei trasporti e delle comunicazioni, è avvenuta senza un quadro normativo chiaro.

I nuovi attori dominanti: le multinazionali

Rinaldi evidenzia un cambiamento fondamentale nel ruolo delle multinazionali: “Oggi si sono sostituite alle nazioni le multinazionali.” Se in passato gli Stati controllavano la geopolitica attraverso il potere militare e diplomatico, ora sono le grandi corporation a esercitare un’influenza ben più diretta e potente. Secondo i dati forniti dall’economista, il fatturato di alcune delle principali multinazionali è superiore al PIL di numerosi Paesi, un dato che spinge a riflettere sull’immenso potere che queste aziende esercitano.

La prima in classifica è Walmart, con un fatturato annuale di ben 650 miliardi di dollari, superiore al PIL di 170 Paesi nel mondo, tra cui la Romania, la Repubblica Ceca e il Pakistan. “Pensate, il Pakistan, che ha centinaia di milioni di persone, ha un PIL inferiore, anzi è la metà!” commenta Rinaldi, mettendo in luce l’incredibile disparità tra i guadagni di una singola azienda e l’economia di interi Stati.

Anche altre multinazionali come Amazon e la cinese State Grid si collocano in cima a questa classifica, con fatturati che superano quelli di molti Paesi. A questo punto, le multinazionali non solo competono con gli Stati per risorse e potere economico, ma li sovrastano in termini di capacità di influenza.

GUARDA QUI L’INTERVENTO INTEGRALE DI ANTONIO MARIA RINALDI AI MICROFONI DI UN GIORNO SPECIALE