Von der Leyen vuole mettere le mani sui nostri conti: al riarmo ci penseranno i “risparmi privati”

Almeno in teoria, dovrebbe essere un punto fermo il fatto che la guerra ha i suoi costi e che, come sempre, a sostenerli sono coloro che appartengono a quello che Jack London chiamava il popolo degli abissi—gli stessi che, peraltro, vengono mandati al fronte a morire pur non volendo la guerra. Anche il nostro presente, naturalmente, non fa eccezione.

“È finita l’era della pace”, ha dichiarato la vestale del neoliberismo, Ursula von der Leyen. E ora che si parla a tambur battente del riarmo dell’Europa e di investimenti per ben 800 miliardi di euro in armi, sorge un problema tutt’altro che trascurabile: dove reperire quei fondi? Non è difficile, in effetti, intuire da dove verranno presi.

La già citata Ursula von der Leyen, vestale del neoliberismo cosmopolita e sacerdotessa dei mercati finanziari speculativi, lo ha lasciato intendere in modo piuttosto chiaro: “Bisognerà trasformare i risparmi privati in investimenti necessari”, ha affermato senza edulcorare le parole. E adesso le fa eco anche l’euroinomane di Bruxelles, l’unto dai mercati, l’austerico delle brume europee—vale a dire Mario Draghi.

Mario Draghi ha infatti dichiarato che, per il folle programma Rearm Europe—lo stesso per cui migliaia di militanti, anzi militonti in tinta arcobaleno, sono scesi in piazza—forse 800 miliardi non basteranno. Ed è opportuno, sono parole dell’euroinomane Draghi, “coinvolgere i privati”. SIC.

“Coinvolgere i privati”: una formula decisamente perifrastica, se non orwelliana. Un’espressione attraverso cui l’austerico di Bruxelles lascia intendere che, presto o tardi, gli araldi dell’ordine disordinato del turbocapitalismo finanziario no-border potranno mettere le mani sui nostri conti.

Forse inizieranno con la via obliqua della persuasione, cercando di convincere per primi i militanti—o meglio, i militonti delle varie piazze europeiste—sull’opportunità di investire i propri risparmi a beneficio di un progetto volto a difendere i sacri valori dell’Europa odierna. Valori che si riassumono in: finanza e fiscal compact, transizione verde e cancel culture. In seconda battuta, tuttavia, non ci sorprenderemmo se i pretoriani dell’ordine liberal-progressista arrivassero all’extrema ratio di un prelievo forzoso, magari simile a quello compiuto nel 1992 dal governo Amato—quando, con il favore delle tenebre, venne sottratto il 6 per mille dai conti correnti di tutti gli italiani.

Possiamo dunque affermare che la situazione è tutt’altro che tranquilla, anche per quanto riguarda le nostre vite e i risparmi accumulati con fatica e sudore per figli e nipoti.

L’accumulazione capitalistica per spossessamento, come l’ha ben definita David Harvey, si basa esattamente su questo principio: prelevare la ricchezza dal lavoro per trasferirla ai piani alti delle classi dominanti transnazionali. Il teorema, tanto caro agli aedi dell’ordine liberista, secondo cui l’arricchimento dei ceti dominanti genera un effetto di sgocciolamento (trickle-down) a beneficio delle classi inferiori, deve allora essere capovolto.

L’arricchimento dei piani alti si fonda proprio su uno sgocciolamento al rovescio, in base al quale la plutocrazia neoliberale accumula ricchezza estraendo denaro dalle classi che vivono del proprio lavoro—magari anche mediante un prelievo forzoso.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro