I veri motivi del “nì” di Putin alla tregua di Zelensky che l’Occidente sta provando a ribaltare

In questi giorni in molti si stanno ragionevolmente domandando perché Vladimir Putin sia riluttante ad accettare la tregua proposta da Washington e da Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. Tregua che ovviamente riguarda la guerra d’Ucraina. In molti si chiedono in effetti se davvero la Russia di Putin non voglia la pace, e dunque sia responsabile in ultima istanza della continuazione di questo osceno conflitto, come l’ordine del discorso prova peraltro in ogni modo a sostenere. In realtà le cose stanno decisamente in maniera diversa e proveremo ora a chiarirlo per sommi capi.

Quella che è stata proposta a Vladimir Putin non è la pace, ma, si badi, una tregua. Una tregua che, se venisse accettata da Putin, permetterebbe ipso facto al guitto di Kiev, l’attore Nato Zelensky – prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, il dittatore attore, in una parola il “dittattore” – di tirare il fiato, di riorganizzare l’esercito e di proseguire infine nel conflitto contro la Russia. Ed è esattamente ciò che la Russia non può accettare in alcun caso. Donald Trump ha già minacciato con un fare davvero maldestro che se la Russia non accetterà la tregua allora vi saranno nuove sanzioni e nuovi dazi.

La Russia, non per caso, ha fatto sapere, per bocca dello stesso Vladimir Putin, che essa cerca la pace, non una generica tregua. Più precisamente, la Russia cerca una pace che sia duratura e che annienti una volta per tutte le condizioni stesse che hanno condotto a questo sciagurato conflitto che già infiniti lutti ha prodotto sul fronte ucraino e su quello russo. Condizioni che si lasciano in ultima istanza cristallizzare nel modo che segue.

Dagli anni ’90 ad oggi la civiltà del hamburger e la NATO, suo braccio armato, hanno gradualmente accerchiato la Russia, occupando gli spazi che un tempo furono di pertinenza dell’Unione Sovietica e, infine, giungendo a bussare, per così dire, alle porte di Mosca. L’ultimo atto di questa aggressione è proprio l’atlantizzazione dell’Ucraina avviatasi con il colpo di Stato di Euromaidan nel 2014, da cui poi scaturisce il governo del guitto di Kiev. Proprio come la civiltà dell’hamburger non potrebbe accettare basi militari russe ai suoi confini in Messico o, poniamo, in Canada, così la Russia non è disposta ad accettare le basi NATO ai propri confini.
Né può accettare che l’Ucraina entri nella NATO, ossia, come attualmente è con il guitto di Kiev, un semplice avamposto della civiltà del dollaro.

Questo e non altro è il motivo per cui Putin non può accettare questa tregua, aspirando invece al raggiungimento di una pace e duratura che ripristini un equilibrio delle forze e, insieme, la possibilità di un mondo multipolare, ciò che appare massimamente sgradito a Washington, la quale invece, come sappiamo, aspira a far valere la propria dominazione totale del pianeta. Dominazione totale del pianeta che però si sta sgretolando, o se preferite, si sta sciogliendo come neve al sole, grazie all’emergenza di nuove potenze come la Cina, la Russia e l’Iran, che non sono disposti a sottomettersi al gioco di Washington e anzi, stanno facendo sistema per opporre saldamente resistenza.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro