“Vaccinocrazia”, come ricucire la ferita aperta | Con Andrea Zambrano

Disse Giorgio Agamben, in una seduta in Senato del dicembre 2021, che la ferita era troppo grave per essere rimarginata. La ferita è quella sul tessuto sociale, potrebbe anche essere declinata in “violazione” del contratto sociale, prendendo in prestito termini giuridici. Questo hanno rappresentato le restrizioni pandemiche in ogni loro forma: poco importa che la percentuale di adesioni fosse bulgara o meno, negare che una cicatrice sia rimasta non farà altro che nascondere la sabbia sotto il tappeto. Prima o poi uscirà.
Perché se si crede che fosse senza precedenti quella situazione, ci vuole un salto mortale per non credere che anche ciò che ne scaturì non fosse un’inedito per la nostra democrazia.
La Commissione Covid è un potenziale strumento per alleviare quel dolore. Per rimarginare quelle ferite.
Un parare critico come quello di Giorgio Agamben è in tal senso quanto di più pessimista si possa credere, un vero e proprio worst case scenario. E’ pur vero che le tante sentenze a senso unico e le pratiche liquidate in quattro e quattr’otto non hanno stimolato fiducia nelle nostre istituzioni.

Ecco perché il nuovo capitolo è un’opportunità, ma anche un grande rischio. “Bisogna che i giudici prendano coraggio e comprendano che anche da loro passa l’affermazione di questa verità, che è una comprensione indispensabile per continuare a essere liberi”, dice Andrea Zambrano.
Per il giornalista de La Nuova Bussola Quotidiana, “se non c’è una giustizia vera non possiamo parlare né di libertà né di fare verità”.*
Cosa resta cinque anni dopo quel capitolo nerissimo?

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