A tu per tu con Travaglio: Meloni, Almasri e…Draghi ▷ “La scelta era tra guerra e condizionatore”

Arriva “I migliori danni della nostra vita” al Brancaccio di Roma. Lo spettacolo di Marco Travaglio fa il giro d’Italia e il 20 Febbraio la Capitale si prepara ad accoglierlo. Il direttore de Il Fatto Quotidiano ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Stefano Molinari a ‘Lavori in Corso’. Dalla gestione del caso Almasri da parte del governo Meloni, con annesso commento sulle “battutine” di Schlein e Renzi, a Mario Draghi, passando per la politica estera e il cambiamento del Movimento 5 Stelle.

Su Meloni e la politica estera

La Meloni doveva cambiare tutto. Poi su tutte le idee buone che aveva di cambiamento è tornata indietro ancora prima di salire a Palazzo Chigi per evitare di venire buttata giù come Conte… Io quando diceva di abolire le regioni, quasi quasi l’avrei votata. Dopo di che ha fatto l’autonomia differenziata… Oppure quando diceva di avere buoni rapporti con Russia e Cina, di non essere sudditi sugli americani. Aveva una posizione sul medioriente molto aperta, certamente non schiacciata su Israele come ce l’ha adesso. Era contro le trivelle, le grandi opere inutili… Aveva una grande vena ambientalista. Adesso si sono trasformati nei guardaspalle del partito degli affari

Sul caso Almasri

“Almasri? Bisogna sempre vedere come ti poni. Davanti a uno zoo o un circo, ti diverti anche. Sentire Nordio ridurre quello che è successo al fatto che sono arrivate quaranta pagine in inglese, cos’altro devi fare se non scompisciarti e chiedere la prova del palloncino? Abbiamo mandato un torturatore nell’unico paese in cui gli lasciano torturare impunemente anche i bambini, ti sale la rabbia. Devo dire che fanno tristezza i politici che fanno battutine come la Schlein che ha parlato del “presidente del coniglio”, o Renzi che ha tirato fuori Pinocchio, uno che ha mentito per anni senza ritegno… Si tratta di un argomento molto serio, che andrebbe affrontato in maniera altrettanto seria. Mi domando cosa sia successo nella testa dell’entourage della Meloni per decidere di tenere questa linea folle. Sarebbe bastato arrivare in Parlamento il primo giorno e assumersi la responsabilità di quello che hanno deciso: ‘signori, siamo sotto ricatto dei libici; ci avrebbero inondato di migranti e quindi abbiamo dovuto fare una cosa sporchissima’, come dice Vespa”

Sul Movimento 5 Stelle

Alle lezioni del 2013 e del 2018, con il Movimento 5 stelle, c’è stato uno schock del sistema politico talmente forte che prima nel 2013 hanno cercato di neutralizzarlo con i magheggi di Napolitano per mandarli all’opposizione e mettere al governo chi le elezioni le aveva perse. Mentre nel 2018 c’è stato il primo tentativo di impedire a Conte di diventare premier con la scusa di Savona al tesoro, che non mi pare sia un terrorista visto che è tutt’ora il presidente della CONSOB. I 5 Stelle cose rivoluzionarie le hanno fatte poi al governo. Prima era facile predicarle in piazza. Difficile è stato tradurle in pratica, anche se poi il governo Draghi le ha cancellate anche con il loro voto, grazie a quel genio di Grillo. Loro sono gli unici che possono vantarsi di aver cambiato qualcosa, anche se poi l’hanno pagata cara. Mi pare che in questo momento la posizione su temi fondamentali come la guerra, le politiche sociali etc., i 5 Stelle sono gli unici che votano contro le soluzioni sul riarmo senza fine

Ascolta QUI l’intervista integrale ai microfoni di ‘Lavori In Corso’