Nella disfatta italiana in Europa c’è anche lo zampino della Juventus. Dopo Atalanta e Milan, i bianconeri salutano la Champions League ai play off. Nulla da fare per gli uomini di Thiago Motta contro un Psv che “ha voluto di più la qualificazione”, parola di Locatelli nel post partita.
Gli olandesi la chiudono sul 3-1 con i gol di Perisic, Saibari e Falmingo ai supplementari, a nulla sono serviti i tentativi di Motta di modulare l’assetto della Juventus in corso di gara.
Tony Damascelli ha criticato aspramente l’operato del tecnico italo brasiliano ai microfoni di Radio Radio Lo Sport: “Perché sta fallendo Motta? Perché non è un allenatore da grandi squadre, l’ho detto ad agosto e lo ripeto adesso. È un allenatore da settore giovanile, continua a cambiare creando confusione e non dando mai certezze, dalla figura del capitano ai ruoli interscambiabili, che non sono interscambiabili ma semplicemente non meglio definiti. È un allenatore che non trasmette simpatia, empatia, non trasmette carattere, chiamiamolo così, se poi è necessario avere carattere.
In una squadra come questa, dove manca totalmente la personalità – ma non solo ieri sera, è un problema strutturale – questo limite emerge ancora di più. Non ci sono leader: uno c’era, l’hanno mandato via, e comunque era un giocatore alla fine della sua carriera meravigliosa, parlo ovviamente di Danilo. Quindi, ribadisco, non sono sorpreso da quello che è successo ieri sera. Sono sorpreso dal fatto che ci sia ancora qualcuno che vede in questa Juventus quella di un tempo. Spendere 200 o 500 milioni non basta. Guardate l’ultima campagna acquisti del City: 200 milioni. Li avete visti in campo ieri sera? Non hanno mai toccato il pallone.
Quindi i soldi non servono a nulla, servono ad altro, in un club o in una squadra. In un club servono dirigenti veri, non semplicemente figure di rappresentanza; in campo servono calciatori”.