Non è ancora cominciato il Festival, le polemiche sì. Durante la conferenza stampa inaugurale, Carlo Conti si è trovato ad affrontare una domanda riguardante la sua posizione sull’antifascismo rivoltagli da un inviato di Dagospia. Alla richiesta se si dichiarasse antifascista, Conti ha risposto: “Certo, che problema c’è? Siamo nel 2025”. Ha poi aggiunto: “Personalmente la trovo un po’ anacronistica come domanda. Mi preoccupano più l’intelligenza artificiale, i satelliti, queste cose qui. Non dovremmo dimenticare piuttosto cosa hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per noi”.
Successivamente, Conti ha precisato il suo pensiero, affermando: “Quando ho detto che è un tema anacronistico, intendevo dire che nel 2025 questo è un argomento che non dovrebbe essere proprio messo in discussione. Tutti dobbiamo essere fortemente antifascisti, punto”. Anche Gerry Scotti, co-conduttore della prima serata insieme ad Antonella Clerici, ha espresso la sua posizione sull’argomento, dichiarando: “Metà della mia famiglia è stata fucilata dai fascisti, quindi pensa te”.
Ai microfoni di CapezZoom, Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero, ha commentato l’episodio che ha suscitato le prime polemiche attorno al Festival: “Io vorrei lanciare un appello. Va bene, ci vedremo Sanremo, io sono sempre contrario a quelli che fanno gli snob, tutti vediamo Sanremo, è una cosa anche divertente, ci sarà un botto di ascolti, speriamo qualche bella canzone, un bello spettacolo, ok. Ci inchiniamo a sua maestà Sanremo, però per favore i comizi no, le prediche no, i sermoni no, non ci dovete rieducare, non abbiamo bisogno di fervorini e comizietti“.