Sanità ligure: la nuova giunta regionale predilige il supermedico televisivo Bassetti

Leggo sul secolo XIX, storico quotidiano ligure, che per Bassetti, il noto medico che al tempo dell’emergenza imperversava ogni giorno a tutte le ore sui tutti i canali televisivi, la nuova giunta regionale sta approntando un incarico da supermanager della sanità ligure. Questa l’espressione utilizzata dal secolo XIX. Insomma, la nuova giunta, recentemente eletta, rivela subito il proprio posizionamento.

Per chi ancora avesse dei dubbi, ca va sans dire. Come subito rilevammo, non appena vi furono le elezioni, destra e sinistra, anche in Liguria, rappresentano il medesimo. Vale a dire l’ordine tecnoliberista e l’aquila con doppia apertura alare, propria del turbocapitalismo sans frontières.

Di più, destra e sinistra, fanno apparire democratico e pluralistico, con la loro omogeneità bipolare, un ordine che tale non è, essendo invece una plutocrazia neoliberale e finanziaria a base plebiscitaria. L’incarico, pensato ad hoc per il medico Bassetti come super-manager della sanità ligure, ci pare possa essere letto esattamente secondo questa chiave ermeneutica. E lo diciamo con buona pace dei tanti commoventi militanti, o anzi militonti, e del loro logoro ritornello, se non altro la destra si oppone all’ordine terapeutico.

Con tutta evidenza, destra e sinistra coincidono anche sotto questo riguardo, vale a dire nella difesa dell’ordine terapeutico così come si è strinsecato nei tre anni dell’emergenza passata, dove, in nome della salute e della lotta all’emergenza, i più elementari diritti e le più elementari libertà venivano sospesi. Come più volte abbiamo sottolineato, l’emergenza terapeutica svolgeva la parte di dispositivo biopolitico funzionale all’ordine neoliberale e alla sua ridefinizione integrale del campo politico e sociale, mediante la compressione dei diritti e delle libertà, sempre giustificata in nome della salute pubblica e dell’emergenza connessa. Come a dire, per combattere l’emergenza diventa necessario limitare i diritti e le libertà, ciò che in una condizione di normalità sarebbe inammissibile, ma che, poiché vi è l’emergenza, diventa non solo ammissibile, ma di più necessario.

Anche su questo, bisogna sottolinearlo francamente, destra e sinistra non hanno visioni antagonistiche, ma fanno valere una singolare coincidentia oppositorum: sono portatrici della medesima visione tecnoliberista, coerente con l’ordine dominante di cui poc’anzi dicevo. I più continuano indegnamente a prestarsi a questo ignobile gioco dell’alternanza senza alternativa, posto in essere dalla conflittualità parvente di una destra e di una sinistra che sono duplicazioni del medesimo, vale a dire del partito unico del capitale.

Insomma il fatto che adesso venga pensato ad hoc un ruolo di questo tipo come super manager della sanità per Bassetti ci segnala che l’emergenza non è affatto finita ma che anzi all’occorrenza vedremo tornare in auge tutti i dispositivi che già si attivarono al tempo dell’emergenza Covid nel 2020. Insomma, l’abbiamo detto e lo diciamo nuovamente, i dispositivi che si sono attuati con l’emergenza non si sono estinti al venir meno dell’emergenza ma già de facto si sono condensati in una nuova normalità destinata a durare e di più destinata a tornare in tutto il suo splendore, si fa per dire, nel caso di nuove emergenze.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro