Un blitz nella notte del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano ha portato a ben 19 arresti di persone indagate per associazione per delinquere all’interno del tifo organizzato di Inter e Milan. Le due tifoseria di ultrà si sarebbero accordate nell’organizzazione delle varie attività economiche extra-stadio, come la gestione dei parcheggi o il bagarinaggio, e avrebbero concordato un “patto di non belligeranza”.
“C’era un patto di non belligeranza tra le curve per massimizzare il profitto – ha detto il Procuratore di Milano, Marcello Viola – le attività erano condotte solo per acquisirne un vantaggio economico. L’interesse per il club era solo di facciata. Inter e Milan sono solo soggetti danneggiati”. Il dirigente della Squadra mobile di Milano Alfonso Iadevaia commenta il blitz in diretta.
“Questa notte insieme ai colleghi della Guardia di Finanza abbiamo dato esecuzione a questo provvedimento dell’autorità giudiziaria che segna un po’ la fase finale di diversi filoni investigativi che negli ultimi anni la Procura di Milano aveva condotto proprio su diversi aspetti dinamiche criminali che riguardavano le tifoserie ultras, mettendo sotto la lente di ingrandimento vari aspetti, da quella della pura violenza ai tentativi poi in alcuni casi riusciti di accaparrarsi fette importanti delle provigioni legate ai vari servizi dello stadio, dai parcheggi alla somministrazione delle bevande. Vari i filoni investigativi che sono confluiti in questo provvedimento del GIP del Tribunale di Milano che ha anche ritenuto che l’associazione criminale che faceva capo ai tifosi interisti fosse qualificata anche da connotati mafiosi, perché nel direttivo dell’Inter da un po’ di tempo faceva parte un soggetto, Antonio Bellocco, recentemente vittima di omicidio, già condannato per associazione mafiosa appartenente a una nota famiglia di ‘ndrangheta calabrese“.
Le tempistiche dell’indagine
“Ovviamente il sistema giuridico italiano, la procedura, prevede varie fasi. Noi abbiamo indagato sotto il coordinamento per la Procura per diverso tempo. E’ un’indagine che addirittura risale alle prime fasi del 2018. Ovviamente noi avevamo rassegnato la nostra conclusione e la Procura della Repubblica con altrettanta tempestività aveva chiesto al GIP dei provvedimenti cautelari. La richiesta era di giugno.
Si tratta di una indagine imponente da migliaia di pagine che ovviamente il giudice, per emettere dei provvedimenti cautelari, ha dovuto vagliare in maniera seria e approfondita. Tenuto conto di quelle che sono le tempistiche normalmente necessarie a vagliare indagini di questo tipo, è stata un’indagine, dove soprattutto la parte giudiziaria, che si è svolta in maniera estremamente veloce, perché vagliare in due mesi o poco più tutto questo materiale non era facile. Ovviamente purtroppo ci sarebbe piaciuto a tutti intervenire prima, evitare questo fatto di sangue, però obiettivamente il giudice si è ritrovato in piena estate a dover valutare una mole di materiale imponente che imponeva la necessaria tempistica perché si trattava di ordinare degli arresti di persone quindi è un vaglio che deve essere serio e ponderato“.
Cosa rischiano Inter e Milan
Per i due club parte solo un “procedimento di prevenzione” per assicurarsi che le società non abbiano avuto contatti con il mondo ultras.
“Il tema ovviamente di approfondimento non riguarda assolutamente forme di connivenza della società.
Sappiamo benissimo che anche per esigenze di ordine pubblico, magari negli anni scorsi si è cercato un momento anche di mediazione con le società, col tifo organizzato. Questa immagine fa emergere l’aspetto criminogeno di alcuni gruppi del tifo, non di tutti ovviamente, non vogliamo criminalizzare l’intero tifo, però ci sono forme criminogene, e come ha detto il procuratore nazionale, sarebbe anche poco lungimirante pensare limitatamente alla tifoseria milanese. Nel momento in cui il calcio è diventato un’azienda di grande profitto, il tema è tenere fuori dai profitti ogni tentativo di infiltrazione. Il focus che aprirà e verrà verificato dalla Procura di Milano è quello di capire come le società si devono meglio attrezzare per tenere fuori queste forme di appetiti criminali sul grosso business del calcio.
Le società, come è stato detto, sono assolutamente vittime, parliamo di estorsioni, così come sono vittime le varie società che esercitavano i servizi. Ci sono posizioni un po’ più borderline, come quelle che riguardano il gestore dei parcheggi, però assolutamente non parliamo di connivenza. Parliamo di vittime, di frange criminali. Quindi il tema sarà aiutare in questo rapporto anche di scambio tra autorità giudiziaria e società come attrezzarsi a tenere fuori i criminali dagli interessi mafiosi“.
I club hanno fatto denuncia per estorsione?
“Non ci sono denunce. Queste vicende di pressione sono emerse attraverso le attività di intercettazione, attraverso l’attività di indagine e possono essere anche frutto di una cultura di collaborazione non propriamente corretta con le frange delle tifoserie che va sicuramente superata proprio per evitare che si possano creare queste zone d’ombra“.