La verità sull’archiviazione di Speranza: ora è certo, si tornerà di nuovo alla Fase 1

È stato archiviato in questi giorni l’ultimo procedimento intentato contro Roberto Speranza per via della gestione dell’emergenza terapeutica con tanto di leviatano tecno-sanitario incorporato. Il Tribunale dei Ministri ha infatti riconosciuto che l’allora ministro dal sempre lucidissimo sguardo ha operato, queste le parole impiegate, “per l’esclusivo fine di tutelare la salute collettiva”. Sic!
La reazione trionfante di Speranza è cristallizzata nelle sue parole: “Contro di me campagna d’odio“.
Tutto come prevedibile, davvero. Eravate tanto ingenui da immaginarvi un finale di altro genere?
Pensavate davvero che le cose potessero andare altrimenti rispetto a come sono andate effettivamente?

Vi dico di più. Magari adesso ci spiegheranno anche che dovremmo ringraziare sentitamente l’allora ministro dal sempre lucido sguardo, Roberto Speranza, per aver agito sempre per il nostro bene, per averci protetto e per aver salvaguardato con solerzia la nostra vita. Ci diranno che è stato un eroe, che si è sacrificato per noi. E magari ci diranno che dovremmo rendere grazie ai confinamenti domiciliari coatti e ai divieti di assemblea, all’infame tessera verde e alle molte altre misure liberticide e repressive imposte grazie alla narrazione dell’emergenza terapeutica permanente.

Chi conosce un poco quel che vado sostenendo fin dal marzo del 2020 e che ho sunteggiato nel mio libro “Golpe Globale”, sa bene che non è affatto tutto finito. Ci troviamo soltanto in una lunga fase 2, pronti a tornare, quando che sia, alla fase 1 delle misure repressive e liberticide, quelle che, per inciso, hanno fatto, per così dire, “saltare” almeno nove articoli della nostra Costituzione. L’ho definita “l’emergenza del rocchetto” o dello “yo-yo” che dir si voglia: dopo la fase 2 si torna sempre alla fase 1, e ciò secondo il movimento proprio del rocchetto, che torna sempre su se stesso.

D’altro canto, la tribù mediatica dei virologi superstar e lo stesso forum di Davos ci hanno già da tempo segnalato l’arrivo prossimo venturo della cosiddetta “pandemia X“. Non si sa esattamente di cosa si tratti, ma si sa che arriverà comunque una pandemia.
E il fatto che Speranza sia stato assolto ci suggerisce una cosa soltanto: quel che è stato fatto potrà tornare a essere compiuto in un futuro, che a mio giudizio non è nemmeno poi così remoto. Questo è il punto fondamentale.

Il fatto che Speranza sia stato assolto del tutto e che sia stato archiviato ogni procedimento contro di lui significa proprio questo, che l’ordine dominante ha riconosciuto, o meglio, ha autoriconosciuto la piena legittimità del proprio agire. Ci ha di fatto già segnalato che quel che è stato fatto era legittimo, di più doveroso, visto che, così è stato riconosciuto, è stato fatto tutto per tutelare la salute collettiva.

Dunque quel che è stato fatto potrà tornare a essere fatto all’occorrenza, magari appunto quando farà la sua epifania improvvisa una nuova pandemia non meglio identificata, quella che appunto vanno già da ora definendo la “pandemia X”.
Quel che voleva si dimostrare, si potrebbe anche dire. L’emergenza permanente è la nuova normalità, il nuovo metodo di governo e di controllo delle cose e delle persone. Con l’emergenza, l’inaccettabile nella normalità diviene il necessario nell’emergenza stessa.
Questo è il principio fondamentale della crisi che abbiamo visto nei tre anni dell’emergenza epidemica e che, temo, torneremo presto a vedere con nuove pandemie.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro