L’Europa incolpa l’Italia per aver bocciato il MES: minacciano ritorsioni e ignorano i problemi veri

Il rifiuto italiano di ratificare la riforma del MES ha scatenato delle polemiche durante l’Eurogruppo.
Nonostante l’Italia abbia emesso con successo dei titoli di Stato per 28,2 miliardi di euro a tasse decrescenti, e lo spread sia sceso a 155 punti base, alcuni commentatori e soprattutto politici esprimono ancora preoccupazioni sulla mancanza di ratifica del MES.

Tuttavia, gli investitori sembrano favorevoli ai buoni ordinari del tesoro e ai buoni del tesoro pluriennali italiani, beneficiando della discesa dei rendimenti globali. E nonostante la minaccia di ritorsioni nei confronti del nostro paese e l’accusa al nostro paese di indebolire l’unione bancaria, l’Italia ha invece rafforzato la sua posizione mantenendo la fiducia grazie alla parziale robustezza momentanea dell’economia e all’incremento delle entrate. Nel contesto quindi delle incertezze presentate da Parigi e da Berlino, perché quello che conta è la relatività della situazione, non la situazione assoluta italiana, l’Italia viene vista dai mercati in questo momento come stabile e in grado di coprire gli interessi del debito.

Quindi il problema qual è?
Il problema è che le critiche degli esponenti europei sembrano ignorare la complessità della situazione italiana, i reali bisogni della Unione Europea e dell’Unione Bancaria. E quindi invece di colpevolizzare l’Italia dovrebbero rivolgersi alle carenze strutturali dell’unione bancaria, per esempio l’assicurazione comune sui depositi. La necessità di completare l’unione bancaria va oltre il MES, e le lamentele dovrebbero essere rivolte non tanto all’Italia quanto a chi ha ostacolato questa progressione, anziché chi giustamente ha osservato delle legittime preoccupazioni sulla riforma del trattato.

Il vero problema è che, come ripeto da anni, ormai si parla in Europa soltanto di finanza.
Non ci si preoccupa più dell’economia reale. Io per mestiere tutti i giorni, facendo consulenza di strategia aziendale alle imprese, agli imprenditori, mi rendo conto che ormai le imprese e la politica sono due mondi totalmente separati.
C’è una sfiducia totale degli imprenditori nei confronti praticamente di tutti i partiti politici, a destra e a sinistra, perché si rendono conto che questi parlano soltanto del MES, dell’unione bancaria, del green, delle politiche europee, delle ESG: di tematiche che sono per gli imprenditori un problema e non un’opportunità.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene