L’Euro compie 25 anni e c’è ben poco da festeggiare: occorre salvarsi ad ogni costo

In queste settimane vengono festeggiati i primi 25 anni della moneta unica detta Euro. Televisioni, radio e giornali fanno a gara nel celebrare euforicamente e con toni palesemente cerimoniali la notizia. Per addurre un unico significativo esempio, su ansa.it.

Si parla espressamente del fatto che grazie alla moneta unica detta Euro sono state potenziate, così leggiamo, le sovranità e la stabilità. Qui la moda orwelliana di invertire parole e cose raggiunge davvero l’apoteosi. Perché a ben vedere le cose sono direttamente opposte rispetto a come vengono raccontate, su tutti i principali canali d’informazione.

E in verità vi è ben poco da festeggiare. L’Euro, che che se ne dica, non ha affatto potenziato la sovranità, al contrario l’ha distrutta. E ciò appare tanto più vero se si considera che proprio grazie alla moneta unica detta Euro, le nazioni europee hanno perduto la sovranità monetaria.

Sovranità monetaria che, come sappiamo, è stata trasferita direttamente alla Banca Centrale Europea, nota anche come BCE. Quella che, per inciso, può salvare le banche in difficoltà, dette ipocritamente troppo grandi per fallire, too big to fail, ma non può mai, questo è il punto, aiutare gli stati in difficoltà, come testimoniato dal caso della sventurata e suppliziata Grecia. Per quel che concerne la stabilità, poi, bisogna intendersi bene.

Con la crisi del 2007, scatenata dalle follie finanziarie e dalle acrobazie speculative, l’Euro non ha affatto garantito la stabilità. Al contrario, ha impedito strutturalmente agli stati nazionali di fare la sola cosa che andava fatta, l’espansione della spesa pubblica, in termini keynesiani. Com’è noto, si seguì invece la scellerata via delle politiche di austerità depressiva, per l’occasione ribattezzata orwellianamente austerità espansiva, locuzione platealmente orwelliana che potrebbe essere paragonata a quella di acqua asciutta o di sole freddo.

Sappiamo peraltro che gli austerici, ossia i fanatici integralisti dell’austerità, hanno artatamente utilizzato l’Euro proprio in chiave neoliberale per colpire i salari e la spesa pubblica. Dunque l’Euro non è affatto, semplicemente come si dice, una moneta neutra, buona solo a favorire gli scambi e la cosiddetta integrazione europea. Sotto ogni profilo, l’euro coincide con un preciso metodo di governo neoliberale.

Un metodo di governo che oltretutto comporta scientificamente il rovesciamento del rapporto tra politica ed economia, tra stato e mercato, e fa sì che l’economia stessa si ponga al di sopra della politica e sia in grado di determinarla, senza che la politica possa a propria volta determinare o anche solo influenzare l’economia. Questo è uno dei tratti fondamentali dell’ordine neoliberale, del resto. Il fatto, cioè, che l’economia possa intervenire sulla politica per renderla politica al servizio dei mercati, ma la politica, dal canto suo, non possa mai intervenire keynesianamente nell’economia per dirigerla, disciplinarla e amministrarla.

L’euroinomane delle brume di Bruxelles, Mario Draghi, disse una volta che occorreva salvare l’euro, whatever it takes, a ogni costo. Ebbene, dopo 25 anni di moneta unica, noi possiamo dire serenamente che occorre salvarsi dall’euro, whatever it takes, a ogni costo.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro