Quella al siero Covid è pubblicità illecita? ▷ Avv. Holzeisen: “Dovrebbero leggere questi regolamenti”


La campagna – mediatica – vaccinale ha ripreso a gonfie vele. Ma ci sono delle indicazioni precise nella promozione di questi (e altri) medicinali?
Sì. Il cittadino è difeso da pubblicità ingannevoli dalla direttiva del Parlamento Europeo datata 2001.

Abbiamo assolutamente delle regole ben precise, e precisamente il codice dei medicinali comunitario che vale in ogni stato membro dell’Unione Europea, dunque anche nella Repubblica Italiana.

A pagina 73 si parla proprio della pubblicità dei medicinali. I medicinali comprendono anche i vaccini e queste sostanze che appunto hanno definito vaccini.
“Ai fini della pubblicità si intende qualsiasi azione di informazione, di ricerca della clientela o di incitamento che promuove la prescrizione, la fornitura, la vendita o il consumo di medicinali. La Corte di Giustizia europea con una sentenza del dicembre dell’anno scorso ha peraltro anche chiarito che questa normativa vale anche per pubblicità, che è da intendere appunto in ambito vasto”, dice l’avvocato Renate Holzeisen.

All’essenza dell’articolo 90, la pubblicità presso il pubblico di un medicinale e dunque anche di un vaccino non può contenere alcun elemento che suggerisca che l’efficacia del medicinale garantita senza effetti collaterali negativi superiori o pari ad un altro trattamento. “Allora qua bisogna subito dire che nonostante sia chiaro che questi cosiddetti vaccini possono avere degli eventi aversi molto gravi, persino la morte, soltanto da settembre di quest’anno viene indicato ufficialmente nei foglietti illustrativi di queste sostanze. Quando parlano di questi cosiddetti vaccini, praticamente non fanno minimo riferimento alla possibilità anche di subire degli effetti avversi anche gravi o irreversibili.

Questo è peraltro già una violazione. Viene presentato come se si trattasse di un’aspirina”.

“Abbiamo poi il punto F, riferito agli annunci di scienziati, di operatori sanitari o di persone che pur non essendo scienziate né operatori sanitari, dunque anche vip che hanno fatto pubblicità, possono, a motivo della loro notorietà, incitare al consumo di medicinali”.
Sono inclusi nella violazione sugli effetti collaterali, “quindi tutte quelle pubblicità che abbiamo visto, dei vari Amadeus che facevano col ditino qua sulla spalla, anche a quello si fa riferimento”. Il tutto senza indicare che c’è un effetto collaterale.”.

Gli stati membri vietano inoltre qualsiasi pubblicità di un medicinale per cui non sia stata rilasciata un’autorizzazione all’emissione in commercio. “Anche qua uno potrebbe subito contestare la pubblicità per un’efficacia alla quale il vaccino non è stato autorizzato. Cioè sappiamo che l’off-label use può essere fatto da un medico sotto la propria responsabilità per casi singoli specifici dei suoi pazienti.