Il Codacons le suona alla Ferragni per il pandoro-truffa, il gesto deprimente è quello dei follower

Volevo fare un commento sulla questione che riguarda Chiara Ferragni dopo la multa dell’antitrust per l’ingannevole vendita di beneficenza del Pandoro griffato. E’ intervenuto anche il Codacons, che vuole il rimborso per chi ha acquistato il Pandoro firmato dall’influencer, dato che tutti i messaggi mirati alla vendita di quel prodotto erano tutti ingannevolmente collegati al reperimento fondi per i bambini malati di cancro dell’ospedale Regina Margherita di Torino.

L’organizzazione che tutela i consumatori ha giustamente definito “gravissimo” il fatto di sfruttare i bambini malati per attività commerciali tese unicamente al profitto di società private, o addirittura, permettetemi di aggiungere, tese all’arricchimento personale, ed intende quindi procedere per truffa aggravata. Ma aldilà di quelli che saranno i procedimenti giudiziari e disciplinari, le eventuali multe o le condanne, quello su cui voglio focalizzare l’attenzione in questa pillola, e che io ritengo sia l’aspetto più deprimente di tutta questa storia, è il fatto che il numero di follower della Ferragni non sia diminuito drasticamente. C’è stato un lievissimo calo (circa 10mila, lei ne ha quasi 30 milioni), ma io credo che chiunque segua l’influencer che si è resa protagonista di una storia così squallida, per usare un eufemismo, dovrebbe sentire il bisogno morale di andare sulla pagina Instagram e togliere il segui.

Il fatto che questo non avvenga è sintomatico del degrado morale della società dei consumi. In questo Paese potremmo cominciare a sperare in un cambiamento quando i più giovani che rappresentano il futuro del nostro Paese non accetteranno più atteggiamenti del genere.

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