Agenzia delle Entrate, in arrivo sanzioni e altra inutile burocrazia: è giallo sui crediti fiscali

Una notizia di questi giorni ci fa capire di essere ormai in uno Stato fiscale, uno Stato che si cura più di spremere i limoni, dove i limoni sono i contribuenti, che di coltivare un’economia sana. La piattaforma Cessione Crediti consente ora l’invio delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate riguardo ai crediti fiscali edilizi non utilizzati. Si includono dei crediti diversi dal Superbonus presenti nei cassetti fiscali del cessionario o fornitore.

L’invio deve avvenire entro 30 giorni dalla conoscenza dell’evento che rende il credito non utilizzabile.
Per eventi prima del 1° dicembre 2023 la scadenza è il 2 gennaio 2024.
La mancata comunicazione entro questi termini comporta anche una sanzione di 100 euro.

Questa brillante operazione coinvolge dei crediti accettati, non accettati e persino quelli sotto il misterioso velo della “irregolarità procedurale”. Se accettate, le comunicazioni rendono immediatamente inefficaci i crediti per il cessionario, dove non è richiesto l’annullamento dell’accettazione per i crediti già accettati. Sembra insomma che l’Agenzia delle Entrate, ora dotata di superpoteri, conosca ogni singolo credito, tranne quelli sotto sequestro già notificati all’Agenzia, sospendendone l’utilizzo.

Questa nuova procedura per comunicare dei crediti fiscali sembra un perfetto esempio di burocrazia totalmente inutile.
Chiedere agli utenti di illuminare l’Agenzia delle Entrate sui dettagli dei loro crediti con sanzioni incluse sembra più una barzelletta che un modo efficiente e razionale di gestire le questioni fiscali. Insomma siamo ormai in uno Stato dove la burocrazia si inventa delle norme e delle sanzioni per giustificare l’esistenza in vita della burocrazia stessa.

Siamo ormai in uno Stato dove c’è una parte dello Stato, la parte pubblica, che si inventa delle norme per andare a vessare chi produce, chi crea, chi lavora, che sono gli imprenditori e i liberi professionisti. Mi potrete dire: “Ma lei è di parte!”. Esattamente.
Perché solo gli idioti non sanno da che parte stare.
E io sto dalla parte di chi produce posti di lavoro.

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