Il presidente della FIGC Gabriele Gravina non rimane a guardare. In occasione della presentazione del premio Beppe Viola si è parlato anche di calcio scommesse e delle dichiarazioni di Matteo Salvini che hanno fatto discutere. Gravina ha parlato ai microfoni della stampa del polverone mediatico che ha investito i tre giocatori fino ad ora indagati per calcioscommesse e sulle dichiarazioni del vice premier non ha lasciato spazio a interpretazione.

Sulla richiesta di dimissioni avanzata da Salvini, Gravina dichiara: “Questi soggetti hanno commentato in maniera non approfondita temi specifici, ho visto un po’ di approssimazione in alcune affermazioni. La risposta è stata decisa e ferma da parte di tutto il movimento sportivo, che rivendica, come devo fare io, il principio del rispetto dell’autonomia, che implica al suo interno un altro principio, che è quello della democrazia. Questi due concetti hanno un sentimento di fondo: la libertà che non può essere calpestata da nessuno.
Forse c’è anche un tema di conoscenza, bisogna sapere bene le cose per non rischiare di fare un danno al nostro Paese, non solo al calcio. Ho sentito parlare di responsabilità per le scommesse: ma se nel 2020 non avessimo inserito le sanzioni per chi gioca oggi non avremmo alcuna squalifica per questi ragazzi; ho sentito parlare di doping: un caso, uno, che abbiamo individuato; ho sentito parlare di diritti televisivi: non compete a noi, ma alla Lega; ho sentito parlare di infrastrutture: il governo italiano ha comunicato che non c’è un euro per questo e la Federazione non è un’azienda di costruzioni che realizza stadi, non abbiamo offerto opportunità e non a caso abbiamo portato in Italia Euro 2032


Nello specifico, sul caso calcioscommesse e sulla tempesta mediatica il presidente della Figc preserva Tonali e Fagioli: “Oggi parliamo di due casi, attenzione su questo tema. Ho la sensazione che stiamo giocando sulla pelle di ragazzi molto giovani e io ho il dovere, come padre e come nonno, di difendere anche la dignità di tanti ragazzi italiani che in questo momento stanno diventando carne da macello a livello di comunicazione diffusa e non particolarmente onesta. Dobbiamo tutelare l’integrità morale, ma accompagnare questi giovani nel loro processo di crescita. Per questo le nostre sanzioni sulle scommesse prevedono anche e per la prima volta l’opportunità di un recupero. Noi comunque questi ragazzi non li abbandoneremo mai