I dettagli inquietanti sull’incontro segreto tra Monti e Napolitano che cambiò le sorti del paese

Nel corso del mese di giugno del 2011, Giorgio Napolitano si recò a St. Moritz per un incontro che avrebbe avuto ripercussioni significative sulla politica italiana. L’importanza di questo evento non può essere sottolineata abbastanza, specialmente alla luce del contesto in cui si è verificato. Il giornalista Alan Friedman, nel suo libro, ha rivelato dettagli che gettano una luce sinistra su quella settimana a St. Moritz, poiché coincideva con lo svolgimento del Bilderberg del 2011, una riunione segreta e potente che coinvolgeva figure chiave del mondo finanziario e politico, tra cui Mario Monti.
Durante questo incontro, Monti non era solo un osservatore, ma una parte attiva delle discussioni che si tenevano dietro le porte chiuse del Bilderberg. Ciò che rende questo incontro particolarmente rilevante è l’impatto che ha avuto sull’economia italiana. Le decisioni prese in quel periodo hanno scatenato una serie di eventi che avrebbero cambiato il corso della politica italiana. Lo spread, indicatore critico per la stabilità economica, è schizzato da 214 a oltre 500 punti nel giro di pochi mesi, provocando una crisi finanziaria senza precedenti.

La Deutsche Bank e la Goldman Sachs, istituzioni finanziarie di grande peso, sono emerse come attori chiave in questo dramma finanziario. La Deutsche Bank è stata accusata di speculazioni su larga scala, che hanno destabilizzato ulteriormente i mercati finanziari italiani. Nel frattempo, la Goldman Sachs ha orchestrato una massiccia vendita di titoli italiani, contribuendo così all’aumento dello spread e alla crisi economica che ha seguito.
Parallelamente a queste manovre finanziarie, la Banca Centrale Europea ha svolto un ruolo determinante. Con Jean-Claude Trichet e successivamente con Mario Draghi, la BCE ha esercitato una pressione considerevole sul governo italiano, imponendo misure economiche che si sono rivelate insostenibili per l’Italia. Ciò ha creato un clima di incertezza e instabilità politica.

Inoltre, emergono dettagli inquietanti sul ruolo di Giorgio Napolitano in questo contesto. Pur avendo la responsabilità di proteggere la sovranità italiana, Napolitano non solo ha consentito queste interferenze esterne ma, secondo quanto riferito dal senatore Garavaglia, ha anche ignorato le minacce della Banca Centrale Europea. Questi eventi hanno minato profondamente la democrazia italiana, portando alla caduta del governo Berlusconi e all’ascesa al potere di Mario Monti.
In conclusione, questi avvenimenti svelano una verità sconcertante sulla politica italiana di quel periodo. Giorgio Napolitano, comunemente visto come un difensore della democrazia e della Costituzione, è emerso come uno dei principali artefici di un attacco senza precedenti alla sovranità del paese. Questa narrazione, basata sui fatti e le testimonianze disponibili, getta una luce diversa su un capitolo cruciale della storia italiana. È essenziale comprendere appieno queste dinamiche per valutare in modo critico il passato politico del paese e trarre lezioni per il futuro.

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