La crisi del sistema sanitario italiano sembra non conoscere pace. Emerse con forza durante la pandemia, le criticià della sanità italiana si sono dimostrate ben più profonde di quanto preventivato. Le lunghe attese, strutture fatiscenti e un numero di medici insufficiente: tutti questi fattori sembrano essere solo alcuni degli ingredienti del grande problema della malasanità in salsa nostrana. A testimoniare le difficoltà di ospedali e strutture mediche i racconti dei casi di gravi errori ed incidenti giunti al dottor Alessandro De Monte, medico consulente dello Sportello Legale Sanità.

Il dottor De Monte racconta in diretta, tra i molti casi affrontati dallo Sportello Legale Sanità, un caso emblematico: la tragica morte di una donna di soli 47 anni, in piena salute, per un gravoso ritardo nella diagnosi di una patologia ereditaria ma facilmente individuabile attraverso semplici accorgimenti, diagnosi preventive e cure mediche adeguate.
La donna si era precipitata dal medico per un forte mal di testa, ma il dottore le aveva prescritto più volte degli antidolorifici sottovalutando il dolore crescente.

Più di una settimana dopo i sintomi non si placano: il marito chiede al medico di assisterla a domicilio. Il dottore prescrive nuovi antidolorifici e – in caso di peggioramenti – un farmaco specifico per l’emicrania. Due giorni dopo la paziente va in coma.
Chiamato il pronto soccorso, l’Odissea non termina. La diagnosi è un’emorragia cerebrale spaventosa determinata dalla rottura di un aneurisma congenito lì presente da tempo.
Il neurochirurgo dell’ospedale dispone il trasporto immediato della paziente in sala operatoria per sottoporla a un’angiografia d’urgenza, ma il risvolto è clamoroso: la sala angiografica è sottoposta a sequestro giudiziario.

La paziente viene quindi trasportata in ambulanza verso l’ospedale più vicino. Ma troppo tardi per fare altro.
Un caso che definire incredibile è un eufemismo. Un episodio tragico che ha coinvolto una signora di 43 anni, sposata e con due figli. Stava sostanzialmente bene e non aveva situazioni patologiche particolari, ma ha pagato per la metastasi del nostro Stato. La malasanità.

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