Il ministro della salute nell’ultimo periodo ha ricevuto diverse critiche, da opposizione, giornalisti ed opinione pubblica. Al centro delle polemiche alcune dichiarazioni sulla gestione da qui in avanti della campagna vaccinale, ma anche per le uscite salutiste, in particolare per quel che riguarda una possibile stretta contro il fumo. Francesco Borgonovo in diretta su Radio Radio ha espresso la sua opinione sul momento che sta vivendo il ministro Schillaci: “Questo ministro un po’ tentenna, sta avendo parecchie difficoltà, dalla discussione sulla nuova campagna vaccinale alle derive salutiste, anche se queste ultime a mio parere sono solo relative ad annunci che poi lasciano il tempo che trovano“.
Il punto di vista del giornalista Alessandro Rico, interpellato da Borgonovo sul tema, è molto chiaro: “Anziché puntare sulla responsabilità individuale si punta sugli obblighi, che è il paradigma utilizzato dall’ex ministro Speranza“. Oltre a questo ci sono l frasi sul tabacco di Schillaci e anche alcune uscite singolari dei virologi in tv, Borgonovo: “Il vino per alcune Virostar è una minaccia che restringe il cervello, diciamo che non c’è bisogno del vino…. C’è comunque un approccio molto maternalistico e nuovamente si punta sul divieto piuttosto che sulla libertà, speriamo che cambino rotta anche se io Schillaci lo vedo molto intenzionato a seguire l’onda mainstream e a dire ‘accontentatevi che non ci sono più gli obblighi vaccinali“.
Rico è convinto che alcune dichiarazioni siano figlie di un modus operandi messo in campo dal governo in questa prima fase della legislatura: “si lancia la provocazione , se c’è troppo casino si torna indietro. Un conto è la prudenza, un conto l’immobilità o il timore di intraprendere azioni di indirizzo politico. Se tu fai il continuatore dell’agenda Draghi allarghi anche la platea del tuo consenso al terzo polo, però perdi i tuoi di elettori“. Aggiunge Borgonovo: “Perdi anche una ragione di essere. La sensazione è che si vada verso un duopolio come negli Stati Uniti, con una versione di destra e di sinistra usando queste vecchie categorie, ma noi siamo uno Stato vassallo, però c’è modo e modo di fare da vassalli; è comunque sconfortante accontentarsi perché ‘poteva andare peggio“