Il 22 febbraio è previsto il nuovo processo sportivo sulle plusvalenze derivante dall’inchiesta Prisma. Il procuratore Chiné, si apprende, ha chiesto informazioni sulle operazioni portate avanti tra Juventus (già sanzionata con 15 punti di penalizzazione) e Atalanta, Sassuolo, Monza ed Empoli. Libero, in un suo articolo, ha ipotizzato che gli approfondimenti processuali riguarderanno anche Milan, Napoli e Roma, altre squadre con cui i bianconeri hanno operato nel mercato incriminato. Si potrebbero verificare sviluppi ulteriori, dunque, a prescindere dagli ulteriori risvolti che potrebbe avere il filone di indagine relativo alla questione stipendi. Sviluppi che, si ipotizza, potrebbero interessare molte altre squadre con sanzioni sportive e pecuniarie.

Non si riesce ancora ad avere un quadro preciso e chiaro della vicenda“, commenta Furio Focolari. “Dobbiamo aspettare le motivazioni della sentenza. Alcuni tifosi hanno iniziato a disdire gli abbonamenti TV, ma mi pare ci sia una spaccatura: i gruppi organizzati hanno parlato di “dirigenza lurida” protestando fortemente all’indirizzo della società. Finché non avremo certezze non è il caso di prendere posizioni nette. La giustizia può anche sbagliare, ma ha le sue procedure e avanza secondo la legge. Rispetto al discorso ‘perché solo la Juventus?’ va fatto un distinguo: non si tratta di ‘mal comune, mezzo gaudio’, attribuire colpevolezza agli altri non rende innocente chi ha partecipato a questa situazione. Evidentemente, secondo i giudici, le altre parti non hanno creato un ‘sistema’ , ma ripeto: parlandone senza sapere le motivazioni della sentenza commettiamo tutti un errore di leggerezza“.

Quando Chiné parla di sistema, un termine usato già in passato con Calciopoli, viene alla mente l’immagine di un meccanismo che comprendeva più ingranaggi. La Juventus, pur essendone il principale, non ne era il solo. Rispetto alla penalizzazione, il CEO della Vecchia Signora, Scanavino, ha parlato di sentenza iniqua e di palese in giustizia. “Ci sono alcuni aspetti che, pur non avendo in mano la sentenza, possiamo iniziare ad analizzare“, commenta Gianni Visnadi. “Le posizioni polemiche della tifoseria organizzata, per esempio, potrebbero non essere scevre da vecchie ruggini che questi avevano con la passata dirigenza: l’uso di questa sentenza potrebbe essere solo un mezzo per continuare a contestarla. La maggioranza del tifo juventino mi sembra si senta vittima e nessuno dà alla dirigenza delle responsabilità. Un atteggiamento a mio avviso errato, sono loro i primi colpevoli della situazione. Il sistema è pur vero che si fa in gruppo, ma è già chiaro che non è stato punito il singolo scambio. Per questa ragione supponiamo non siano state punite le altre otto società, perché a loro è stata riconosciuta la buonafede e l’errore. In più, mancano le prove: non ci sono intercettazioni, pistole fumanti, libri neri di dirigenti. Tutti elementi che, nel caso della Juve, ci sono“.