Su Linkiesta, quotidiano on line molto seguito, qualche giorno addietro, segnatamente in data 28 gennaio 2023, nella sezione Cultura compariva davvero un titolo interessante, un articolo firmato da Daniela Guaiti che così diceva: “Mangiavamo insetti già dal paleolitico e nel mondo classico erano prelibatezze“. Dice ancora l’articolo “Un excursus storico sulla presenza di locuste, grilli e larve nell’alimentazione dei secoli passati“. Tanto per cambiare, non ci siamo inventati nulla. Tra l’altro, come titolo generale dell’articolo, compare la formula entomologi, che vuol dire letteralmente mangiatori di insetti. Ebbene, siamo qui al cospetto, a giudizio di chi vi sta parlando, di una poderosa struttura ideologica nell’accezione che del termine ideologia dava Carlo Marx.

Che cos’è l’ideologia? Stando all’interpretazione di Carlo Marx, l’ideologia è quella falsa coscienza necessaria con cui i gruppi dominanti presentano il loro interesse di classe come se coincidesse con il bene tout court per l’umanità tutta e soprattutto come se fosse qualcosa di realmente esistente da sempre, per sempre, insomma, come se fosse una verità eterna. Nel caso specifico, tornando al nostro tema degli entomologi, ebbene, mangiare insetti è qualcosa di giusto in sé e per sé. E lo è anche in ragione del fatto che da sempre lo facciamo. Così si condensa il senso dell’ideologia. Addirittura Linkiesta ci spiega che già nel paleolitico mangiavamo insetti e se questo non bastasse, ci segnala anche che nel mondo classico, quello che coincide con lo zenit della cultura, ebbene, erano considerate prelibatezze queste vivande decisamente particolari che oggi vengono riproposte a piè sospinto dall’Unione Europea e dalla plutocrazia neoliberale, quella che vorrebbe, tanto per cambiare, farci mangiare insetti e larve e per di più farci credere che sono prelibatezze nutrienti e gustose.

Naturalmente è superfluo ricordare come ai piani alti loro, quelli che vogliono che mangiamo insetti e larve, continueranno come prima a mangiare aragoste rosse e inebrianti tartufi bianchi, il tutto innaffiato da Dom Perignon ghiacciato. Ebbene, ai piani bassi però vogliono che mangiamo insetti. Perché il problema fondamentale è duplice, come più volte ho ricordato e come è anche al centro del mio libro Difendere chi siamo, Le ragioni dell’identità in primo luogo. Mangiare insetti significa distruggere le identità e le culture. Con buona pace di ciò che scrive Linkiesta, non è nella nostra cultura mangiare insetti e larve e anzi nella nostra cultura è stabilmente considerato qualcosa di disgustoso. In secondo luogo, poi, mangiare insetti significa trovare un modo per far sì che le classi più deboli, che sempre più povere, saranno, grazie ai processi di neoliberalismo e di globalizzazione cosmopolitizzante degli spazi del mondo saranno sempre più impossibilitate a mangiare altro e quindi si cerca di far passare per opportunità quella che in realtà è una condanna.

Un tempo si diceva il piatto piange e questa formula aveva una valenza molto precisa. Adesso si carica anche di una nuova valenza il piatto piange dacché si riempirà sempre più di larve, insetti, cavallette e magari anche farina di grilli. Insomma, davvero l’apoteosi dell’ideologia. Vogliono farci credere che le sciagure che ci impongono siano altrettante opportunità e chance di emancipazione. Insomma, davvero quanto di più ideologico si possa immaginare.