È tornato a manifestarsi appieno il post cristianesimo relativista di Bergoglio, colui il quale dovrebbe idealmente essere il Pontefice della Chiesa di Roma e che invece svolge sic et simpliciter il ruolo di traghettatore della cristianità verso l’abisso senza fondo della dittatura, del relativismo e della civiltà tecno-nichilista.
Ebbene, l’ultima sortita di Bergoglio merita davvero di essere commentata causticamente e con piglio critico. Dice Bergoglio che le omelie sono un disastro allo stato attuale, dacché non devono essere lunghe, devono essere omelie rapide, fruibili. Insomma un omelia smart. Questa è l’essenza della neochiesa liquida e post-cristiana di Bergoglio, che ancora una volta non fa altro che ammodernare il cristianesimo per ciò stesso disintegrandolo.

Se il cristianesimo è la Parola di Dio allora il compito del cristiano, e a maggior ragione del Papa, è quello di conservare la Parola di Dio, di consegnarla alle generazioni future e di testimoniare con la propria vita, con le proprie credenze, con la propria azione in nome di quella parola. Insomma, l’idea del tutto bislacca secondo cui bisogna ammodernare il cristianesimo per portarlo all’altezza dei tempi non ammoderna il cristianesimo, semplicemente lo disintegra e peraltro non avvicina nemmeno i non cristiani al cristianesimo, semplicemente allontana gli ancora cristiani verso le ragioni del mundus.

Ecco perché la tendenza generale di Bergoglio, ancora una volta, è confermata. Chissà se presto la Chiesa, o meglio la neochiesa bergogliana, introdurrà messe liquide con omelie smart, magari anche con messe agili, coerenti con una civiltà della tecnica in cui il tempo è denaro e in cui bisogna velocizzare tutto e ogni impedimento rispetto all’unica attività giudicata degna, quella di far profitto consumando e producendo merci.

Non sappiamo se sarà questo l’esito ultimo della Chiesa, quello che ci sentiamo di dire è che sempre più il cristianesimo sta evaporando, dissolvendosi, dacché viene integrato e neutralizzato dalla civiltà dei consumi, cosicché alla fine è già in parte così il buon cristiano diventa indistinguibile dal buon consumatore. E del resto quella proposta da Bergoglio è una fede low cost, alla portata di tutti, che di fatto liquida il cristianesimo aprendolo nel mondo e rendendolo indistinguibile dal mondo stesso. Come preventivava Ratzinger, l’ultimo baluardo di resistenza contro l’evaporazione del cristianesimo, chissà se davvero presto, in luogo dei preti, avremo assistenti sociali. E se il messaggio cristiano stesso evaporato, non sarà altro se non uno dei tanti messaggi della globalizzazione neoliberale, con la Chiesa stessa ridotta in balìa della dittatura del relativismo, a semplice avamposto e megafono di diffusione del pensiero unico, politicamente e ormai sempre più palesemente e teologicamente corretto.

Radioattività, con Diego Fusaro – Lampi del pensiero quotidiano