Caso Qatergate, “cade dal pero” la Presidente Roberta Metsola al Parlamento Ue: “Democrazia sotto attacco”. Anche il vicepremier Antonio Tajani ha voluto precisare in tal senso che “le responsabilità sono individuali, non dell’istituzione”. Il problema però non è il Qatar ma lo stesso Parlamento Europeo: “La polvere non verrà messa sotto il tappeto”, continua Metsola. La ex vicepresidente Eva Kaili e l’ex membro Antonio Panzeri sono ora in carcere. Giovedì è previsto un dibattito e un conseguente voto per una possibile risoluzione. La polizia giudiziaria continua le perquisizioni verso alcuni esponenti del gruppo socialista-democratico dell’Europarlamento. Inoltre, dieci deputati si sono “autosospesi temporaneamente” dagli incarichi ed Emma Bonino si è dimessa dalla ONG di Panzeri. Sigilli aggiunti negli uffici di Strasburgo e, secondo la magistratura belga la reale funzione della ONG “Fight Impunity” (associazione di Panzeri, curiosa scelta di nome) in realtà non faceva nulla se non pubblicare questi rapporti sui diritti umani e creare una copertura su ciò che accadeva realmente in Qatar.

Il caso della moglie di Soumahoro ci aveva già dato un assaggio di ciò che potrebbe celarsi dietro le ONG. L’inchiesta sulle tangenti di Doha ci sta dando un ulteriore segnale: sono necessarie serie revisioni su ciò che accade all’interno di queste organizzazioni che si definiscono umanitarie ma che, a quanto sembra, si dimostrano essere l’opposto. Corruzione, riciclaggio di denaro e associazione a delinquere per le ONG sopracitate: mediaticamente si parla dell’inizio di una “Mani Pulite” europea.
Il Ministro Roberto Speranza tace e non prende distanza dalla situazione, lo stesso ministro che si faceva ‘accompagnare’ da Panzeri all’interno delle istituzioni europee.

Citare Speranza riporta alla luce anche alcune dinamiche legate alla pandemia, assieme alle posizioni prese da Licia Ronzulli (Capogruppo di Forza Italia in Senato) che ieri ha dichiarato di non voler votare a favore dell’articolo 7 del Decreto Antirave. Articolo specifico che dovrebbe permettere la reintegrazione dei medici sospesi dal lavoro (parliamo di circa 4mila persone) per essersi opposti alla vaccinazione anticovid. Ronzulli evidenzia il fatto di non voler “creare un precedente, si opera una sorta di sanatoria verso chi è venuto meno a un codice morale che la professione impone”. Ma il punto è proprio questo: le evidenze scientifiche ormai stanno dimostrando il contrario. I medici non vaccinati non sono untori.