Il caso è ormai noto, alcuni eurodeputati tra i quali anche la vice presidente del Parlamento, Eva Kaili, hanno preso ingenti somme di denaro in contanti, da stati esteri come il Qatar e il Marocco, per preservare la loro immagine tra le istituzioni europee.
Hai più di 700mila euro in contanti in casa e non ti sei accorta di nulla, tutte banconote di piccolo taglio“. Per l’onorevole Antonio Maria Rinaldi – e non solo – la giustificazione è quantomeno discutibile. “Sapevo che Antonio Panzeri gli aveva dato una piccola valigia”, dice la Kaili, “ma quando le ho riguardate ieri sono diventate più grandi, non sapevo niente è colpa del mio compagno, mi ha tradito“.

L’avvocato aveva chiesto la scarcerazione per la sua assistita, detenuta dal 9 dicembre, ma la procura belga l’ha respinta e ha confermato l’arresto per almeno un mese. Sia Panzeri che Giorgi (compagno di Kaili) hanno intanto iniziato a parlare con gli inquirenti e stanno tirando in ballo altri funzionari con un peso politico ancor più rilevante. Tra i dossier aperti, rileviamo anche la pista Iraniana. Indiscrezioni riportano che Eldar Mamedov un lobbista pro Teheran, potrebbe aver influenzato a favore di Doha e Teheran alcune delle posizioni del gruppo politico per cui lavorava.

Tengo a precisare una cosa: tutti dicono ‘la’ vicepresidente del Parlamento Europeo; ma ce n’erano altri 13 di vicepresidenti. Si sappia che il gruppo ‘Identità e Democrazia’ di cui facciamo parte – che conta il 10% degli elettori europei – non ha neppure una vicepresidenza. Evidentemente non dovevamo vedere o partecipare a certe riunioni“.
L’intervista di Stefano Molinari.