Migliorare la qualità di vita dei pazienti riuscendo – in qualche caso – a far finire l’incubo una volta per tutte. E’ stato possibile in una determinata percentuale di casi con il Metodo Di Bella: “Un’opportunità, non un miracolo“, perché si propone come supporto alle conoscenze attuali in materia di cura dei tumori, ma un supporto che – in casi documentati – talvolta supera le aspettative.
Le supera nel senso che purtroppo uscirne totalmente con l’oncologia non sempre è possibile. Non accade sempre e sistematicamente con la terapia ideata e sviluppata dal Dott. Luigi Di Bella, ma succede e cambia la vita delle persone, “e non è poco“, tiene a specificare il Dott. Di Bella (Giuseppe) ai nostri microfoni. Ecco perché tutte le conoscenze in materia verranno riassunte in un webinar sabato 19 novembre. Un incontro destinato a medici e addetti ai lavori che però spieghiamo a tutti in questi giorni “perché le grandi verità scientifiche sono comprensibili da tutti“.
In questa rubrica il direttore Ilario Di Giovambattista ha chiesto di sintetizzare due colonne portanti del Metodo: il modulo fisso e il modulo variabile. Analizziamoli meglio con il Dott. Giuseppe Di Bella.

Modulo fisso e variabile

“La terapia si suddivide in modulo fisso e modulo variabile. Il modulo fisso comprende le molecole che intervengono su tutte le principali funzioni vitali alterate dalla degenerazione neoplastica per ricondurre gradualmente alla normalità questa operazione. Sostanzialmente il modulo fisso sono gli elementi base che intervengono su tutte le alterazioni basilari comuni a tutte le cellule tumorali: somatostatina, soluzione di retinoidi, vitamina E, vitamina D3, vitamina C e melatonina. Questi sono gli elementi base insieme agli inibitori della prolattina.

In questi cinquant’anni, a questo che era l’elemento base originario della terapia enunciato da mio padre quasi quarant’anni fa, si sono aggiunte delle molecole che hanno un’azione particolare in specifici tumori. Sono state maturate nell’arco di tanti anni e i risultati stanno spostando la mediana di sopravvivenza migliorando la qualità di vita.
Gli ultimi li abbiamo pubblicati recentemente nei tumori e nei sarcomi. Sono delle sostanze che intervengono soprattutto nelle staminali tumorali. Questo per spiegare che in tanti anni è stato fatto un percorso cercando di affinare continuamente la terapia e renderla il più possibile adatta alle singole patologie in maniera da intervenire su quelli che sono i loro caratteri peculiari: i risultati sono confortanti.

Un esempio pratico

Nei tumori della vescica (i prossimi in via di pubblicazione) c’è un prodotto che, in minima quantità, agisce come antitubercolare. Nei tumori della vescica, l’oncologia utilizza il BCG (Bacillus Calmette Guerin), praticamente un’attivazione immunitaria antitubercolare. Usando invece gli isoniazidi – in piccola quantità – si ottengono risultati superiori senza irritazione della vescica.
Con tutto quanto il resto della terapia un certo numero di persone – ripeto, un certo numero, i miracoli li fa il Padre Eterno – evita la cistectomia, che non è poco”.

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