Scomparsa dalle prime pagine, la questione del reintegro dei sanitari non è però conclusa, tutt’altro. Negli ospedali siamo ancora in situazioni dai toni pandemici benché con il Governo Meloni molte restrizioni sono finite nel dimenticatoio. Si passa dalle vessazioni dei sanitari reintegrati alle demonizzazioni in prima serata. La tesi è sempre la stessa: “Sono più pericolosi degli altri per i pazienti fragili”. Un postulato debole, considerando che molti dei sanitari cosiddetti “no vax” semplicemente non sono aggiornati all’ultima dose, ma hanno fatto la malattia e generato anticorpi. Alle Regioni però non interessa: moolte delle amministrazioni a trazione PD già hanno rigettato al mittente il provvedimento del Governo. Ogni Regione fa come crede, lo abbiamo visto con Emiliano e con De Luca, ma non sono casi isolati: “Ad esempio in Lombardia c’è una mozione del PD atta a demansionare d’ufficio i colleghi sanitari per la prima volta definiti “no vax” in un documento ufficiale. Mettere un ematologo a fare le fotocopie è un reato, oltre che uno spreco di risorse“.

A parlare è Raffaele Varvara, presidente del comitato “Di Sana e Robusta Costituzione” tra gli ideatori dell’operazione ‘Riapriamo le porte’, una serie di presidi svolti davanti a ospedali e RSA per risolvere i problemi di chi, ancora oggi, viene respinto all’entrata perché sprovvisto di green pass vaccinale.

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