Iniziano ad emergere dettagli sulla vicenda relativa alle dimissioni dei vertici del Consiglio di Amministrazione della Juventus. Le figure principali coinvolte nella vicenda sono ovviamente il presidente dimissionario Andrea Agnelli e John Elkann. Tutto nasce da una seduta del consiglio di amministrazione nel quale l’ormai ex presidente Agnelli è stato messo in minoranza. A raccontare i dettagli e le conseguenze della vicenda è intervenuto durante Radio Radio Lo Sport, Gigi Moncalvo, giornalista e scrittore, grande conoscitore della Juventus e della famiglia Agnelli, autore tra gli altri del libro “Agnelli coltelli“.

Spiega Moncalvo: “Quanto accaduto in queste ultime ore va inserito in un contesto che riguarda due temperamenti, caratteri, visioni distinte, riguardanti i due cugini. Da una parte il proprietario della Juventus, colui che detiene il potere, colui che paga, John Elkann; dall’altra parte colui che invece dovrebbe eseguire, ma non esegue e non ha eseguito negli anni gli ordini, i voleri del proprietario, ma è andato per la sua strada“.

Moncalvo riporta come il 28 novembre ci sia stata una svolta: “Agnelli è stato messo in riga nonostante fosse sicuro di farla franca ancora una volta: chiedeva l’unanimità del Consiglio di amministrazione per un piano da inviare alla Procura della Repubblica, alla Consob e alla Società di revisione dei bilanci che non aveva controfirmato e approvato il bilancio della Juventus (che andava presentato entro il 31 ottobre e adesso non si sa quando e se verrà presentato) ed è stato messo in fortissima minoranza“.

Da lì sarebbero arrivate inevitabili le dimissioni, mentre sul futuro della Juve ci sono importanti dati su cui riflettere.

“Il problema della Juve è gravissimo perché è in mano ai commercialisti e ai contabili”, continua Moncalvo, ” Ferrero non a caso è soprannominato il contabile, è colui che firmava le denunce dei redditi di tutta la “Royal family“. Nel CdA quando ci sono state le dimissioni, un istante dopo ci sono state due nomine, due uomini di John Elkann