Una manifestazione per la pace che non ha nessuna idea su come intavolare una trattativa di pace è solo una nobile aspirazione di anime belle… e pace all’anima loro!“. Il filosofo Massimo Cacciari, intervistato da AdnKronos, si scaglia contro la manifestazione organizzata da partiti e sindacati sabato 5 novembre a piazza San Giovanni, a Roma, dove secondo le stime più benevole hanno partecipato oltre centomila persone.

Nella manifestazione, anche qualche contestazione a quei politici che fino a oggi hanno parteggiato per l’invio di armi all’Ucraina, come il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, costretto dai presenti a lasciare il corteo. “Certo che può avere una sua coerenza auspicare la pace e consentire con l’invio di armi all’Ucraina di resistere all’invasione russa. Ma fare la pace significa avere una proposta o almeno una idea concreta che si concluda con un trattato di pace. Se non sappiamo come formulare un trattato di pace, non c’è altro da fare che continuare la guerra fino alla vittoria o alla resa dell’uno o dell’altro contendente. Ma qui non c’è neppure un’idea su come proseguire la guerra“.

La pace in concreto – prosegue il filosofo – significa avere idee su cui trattare e una prospettiva di trattativa, con una serie di atti concreti: quali proposte di trattati di pace hanno espresso i nostri amici che hanno manifestato per la pace? Concretamente, nessuna. E allora, la pace rimane una nobile aspirazione, ovviamente condivisibile: e qui finisce“.