E’ finita la Juventus di Andrea Agnelli. Dopo 12 anni, 19 trofei, 9 titoli nazionali, 5 supercoppe, 5 coppe Italia, 4576 giorni di presidenza. Elenco i numeri perché sono molto importanti e purtroppo hanno avuto un’importanza decisiva quelli del bilancio. E’ finita un’epoca“.

Tony Damascelli aveva avvisato. L’aveva vista da lontano la bufera che ha letteralmente travolto l’intero organigramma della Vecchia Signora: “E’ un epilogo previsto e prevedibile per chi era a conoscenza non soltanto delle carte di cui si era occupata la Procura, ma che in precedenza se ne erano occupate sia Deloitte che la Consob. Documenti che erano stati un po’ trascurati dalla stampa, da noi giornalisti e soprattutto dall’arroganza della dirigenza juventina, nella fattispecie del Presidente Agnelli, il quale ad un certo punto, mal consigliato è arrivato a minacciare un’azione legale nei confronti addirittura di Consob e non dico della Procura“.

La Juventus si trova ad un punto di svolta, dovendo resistere, non potendo rinunciare ad un patrimonio tecnico e finanziario così importante. La Vecchia Signora si è già trovata ad affrontare difficilissime situazioni dirigenziali. Con la scomparsa dei fratelli Agnelli, i due punti di riferimento storici, è cambiata l’identità della Juventus, ricevendo linfa nuova.

Il punto più alto della Presidenza Andrea Agnelli è stato sicuramente il conseguimento delle due finali di Champions League ritenute “un momento di esaltazione e di grande gratificazione, ma al tempo stesso l’inizio di un’orgia del potere, di un’orgia finanziaria, che ha portato a questo epilogo. Un epilogo già scritto”, secondo Damascelli, “negli ultimi tre anni, bastava leggere i bilanci della società. A tutto questo si aggiungono alcuni incidenti di percorso che hanno riguardato dirigenti che hanno abbandonato il club o che sono ancora in funzione nel club, così come lo stesso Presidente” considerato colpevole di aver iniziato “battaglie completamente sbagliate sia a livello internazionale sia a livello nazionale per i diritti televisivi oltre alle vicende di collusione, connivenza e complicità, abbastanza vergognose con la frangia criminale della tifoseria“.

Tutto ciò “ha macchiato un abito perfetto, perché la Juventus era presa come modello di gestione finanziaria, oggi è finita all’inferno“. Questo il duro punto di vista di Tony Damascelli, secondo cui però “la Juventus verrà fuori da questa storia“, limitandosi con una chiosa finale a sottolineare come “compito della Juventus ora sarà di sistemare i conti di casa e di cassa, per poi pensare al futuro con nuovi soldi, garantiti dalla società“.