Ho provato a difendere Aboubakar Soumahoro, a non infierire, mi sono trattenuto e ho cercato di dare importanza alle battaglie sui braccianti da lui portate avanti; ma dopo le dichiarazioni di ieri sera a Piazzapulita, dove ha detto cose allucinanti, è impossibile. In questa vicenda che si allarga di giorno in giorno forse la cosa meno importante sono i vestiti di grandi marche indossati dalla moglie. Chiaramente parliamo della moglie e non di lui, però, se la moglie gestisce una cooperativa che non paga da due anni i dipendenti e ha 400 mila euro di salari che mancano, secondo me non può avere un certo stile di vita. Soprattutto se il marito poi si presenta con il pugno chiuso e gli stivali sporchi. Ci troviamo di fronte a una contraddizione, una cosa che stride molto.

Soumahoro ha risposto durante la trasmissione di La7 citando il diritto alla moda. Non ho nulla contro chi ha bei vestiti, il punto è che esiste il diritto ad avere lo stipendio, ma se non lo dai a chi lavora per la tua cooperativa e poi hai abiti costosissimi qualcosa non torna. Prima di essere eletto in parlamento con quali soldi in famiglia esercitavano questo diritto alla moda? Perché la moglie risultava disoccupata. Lo stesso Formigli a PiazzaPulita ha chiesto al parlamentare da dove fossero arrivati i soldi anche per la casa dove vive con mutuo da 270 mila euro. Lui ha risposto citando la vendita di un libro. Io ho scritto qualche libro, ho venduto sicuramente meno di Soumahoro, ma chiunque frequenti il mondo dell’editoria sa che perfino gli scrittori più affermati devono fare altre cinquemila cose da scuole di scrittura a partecipazioni ai programmi. Non torna la cosa sapendo poi che la villettina a Roma (Casal Palocco)che hanno acquistato ha un mutuo da 270 mila euro.

E allora vengono dei sospetti. Soumahoro lo ricordiamo sempre non è indagato, il suo è un problema politico di coerenza. Se tu sei contrario ai centri di assistenza straordinaria e poi le cooperative gestite da sua suocera prendono 25 milioni solo per la gestione di uno di questi…

In questa società conta raccontare una storia, contano le narrazioni. L’errore di chi ha deciso di candidare Aboubakar Soumahoro è stato commesso proprio da chi è andato dietro alla figurina e alla popolarità dello stesso, senza conoscerlo a fondo. Per ora lui si è autosospeso dal partito, cosa geniale che non vuol dire assolutamente niente, tanto che continuerà ad andare in parlamento e a prendere lo stipendio e a fare esattamente quello che faceva prima.