Tutta fuffa. Il decreto legge 44 del 2021 – e molti altri scaturiti dopo – era basato su un’inesattezza scientifica. Per dirla nel linguaggio comune, propaganda, menzogna. Parliamo delle misure con le quali persone sono state trattenute fuori dai locali pubblici, dagli ospedali, e in qualche caso impossibilitate a riprendere i figli a scuola.
Tutto questo per cosa? Per una verità che veniva mormorata a tono basso, il giusto per tenersi alla larga dai debunker che penalizzavano o demonetizzavano chi la divulgasse: “Il vaccino non previene l’infezione“. L’aveva detto ai nostri microfoni il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi nell’epoca in cui non si poteva. Lo stesso lasso di tempo che ora si sostiene non essere mai esistito.
I promotori di tutto però non ci stanno: “Ma lo sapevamo dall’inizio“, “l’abbiamo sempre saputo“, e così via, procedendo per una modifica dei fatti in stile orwelliano.

Ora lo sappiamo. E per bocca dei massimi vertici di Pfizer, che dopo l’audizione al Parlamento Europeo un’altra domanda l’hanno stimolata: dov’erano Ema e Aifa all’epoca dei fatti? Perché non ci hanno tutelato?
Ebbene, la risposta ce l’ha l’avvocato Renate Holzeisen, attiva da sempre sul campo e da subito attenta sulla relazione dell’Ema datata febbraio 2021, dove non solo si mette in discussione la capacità della sostanza Comirnaty di prevenire l’infezione da Sars-CoV 2, ma anche la possibilità che prevenga i sintomi gravi.
Un altro grande cavallo di battaglia per promuovere obblighi e restrizioni è caduto. E l’ha fatto a inizio 2021, al principio di tutto.

Approfondiamo a ‘Un Giorno Speciale’ con l’Avv. Renate Holzeisen e Fabio Duranti.

Abbiamo una relazione pubblica di nome Assessment Report – che trovate su internet datato febbraio 2021 – contenente nella parte delle conclusioni sull’efficacia proprio le dichiarazioni che abbiamo sentito recentemente.
Questo documento era a disposizione sin dall’inizio del 2021, prima dell’aggressiva campagna ‘vaccinale’ condotta con tanto di militari e dichiarazioni false fatte fino ai massimi vertici della Repubblica.
Così hanno preparato il terreno per quell’obbligo vaccinale per i sanitari introdotto il 1 aprile; quando andiamo a leggere quel decreto, parla sempre di prevenzione dell’infezione.

Da questa relazione risultava che Ema dichiarava la mancanza di dati dai quali si poteva presumere che queste sostanze potessero interrompere la catena di infezione, ma poi l’Ema ha persino aggiunto altro: sulla base degli studi effettuati non si poteva neanche dire con certezza che queste sostanze potessero prevenire la malattia seria, i sintomi forti. Questo perché gli studi erano stati condotti su casi con sintomi lievi. Pertanto l’Ema ha dichiarato nero su bianco che si presumeva, ma che statisticamente non si poteva fare una conclusione certa neanche sulla prevenzione della malattia, e difatti vediamo persone che dopo la terza o la quarta dose si ammalano comunque gravemente.

Quello che servirebbe dopo questa pubblica ammissione che ha fatto il giro del mondo sono delle scuse dalle massime cariche. Se il Presidente della Repubblica avesse un minimo di spirito costituzionale dovrebbe seduta stante revocare il suo placet alla conversione in legge di tutti i decreti che prevedono imposizioni basate su questa narrazione della prevenzione della contagiosità. Ancora abbiamo in vigore l’obbligo di trattamento con queste sostanze per i sanitari, senza contare i procedimenti sanzionatori a carico degli over 50.
Avranno diritto a risarcimento danni tutte quelle persone mandate a casa senza stipendio perché si sono opposte al trattamento.
Ci vorrebbero le scuse delle massime cariche, e senza aspettare la fine del totoministri. Gli italiani non possono essere disposti a queste lungaggini, dovrebbe essere fatto con urgenza
“.

Pfizer, qui la relazione completa dell’Ema