Sebbene sulla stampa mainstream il recente discorso di Vladimir Putin sia passato sottotraccia, fatta eccezione per la parte relativa all’annessione delle nuove regioni del Donbass, si tratta di parole che, come abbiamo spiegato, hanno un’eco molto più vasta di quella raccontata finora. Fabio Dragoni, Vicedirettore di CulturaIdentità, spiega perché, soprattutto in questo momento storico, c’è bisogno di diplomazia.

“Mentre ascoltavo le parole di Putin mi veniva in mente un’immagine: prendi una persona con un occhio di lince e una vista straordinaria e prendi una persona che non ci vede; mettile dentro una stanza buia, probabilmente il cieco se la caverà meglio dell’altro. Perché questa riflessione? Perché veniamo da mesi in cui ci raccontiamo la verità che la Russia ha un’economia sottosviluppata. Guardavo dei dati: la Russia ha un PIL pro capite di 12mila dollari, viene dopo Panama e Venezuela. Sicuramente il costo della vita a San Pietroburgo può essere diverso di quello che c’è a Londra. Ricorderete frasi come ‘la Russia è un gigante dai piedi d’argilla’, ‘la Russia non fa gli smartphone’, ‘in Occidente abbiamo una produzione ad altissimo valore aggiunto’: però senza il gas della Russia noi non abbiamo queste cose. E qui si torna all’immagine di partenza”.

“In questo momento Putin e l’Armata Rossa possono essere anche in difficoltà, ma rimane il fatto che questa guerra la stiamo perdendo noi europei perché quello che dice Putin lo dice anche Giulio Sapelli, che non le manda certo a dire contro la Russia, e infatti per un’intervista su La Verità, a proposito della vicenda del Nord Stream mi ha fatto scrivere testualmente: ‘Ne traggono giovamento le industrie gasiere nordamericane e norvegesi’, quelle che poi saranno pronte a comprarsi tutto quello che rimane. Ma lo stesso Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di ENI ed ENEL, ha detto chiaramente che se si dovesse entrare in guerra, bisognerebbe spartirsi gli oneri ma anche gli onori: non è pensabile che gli onori siano tutti da una parte e gli oneri tutti dall’altra perché in questo momento la Norvegia, che è dentro la NATO, fa affari d’oro e noi ci stiamo impoverendo. Il risultato qual è? Che se voi vi leggete la nota europea, è una nota disperante perché hanno scritto chiaramente che non possono fare nulla, hanno detto quello che ha detto Putin. Noi eravamo abituati in tempo di pace a risolvere i problemi con i soldi, ora non è più una questione di soldi perché, come ha detto Putin, non ti scaldi con il denaro stampato dalla Banca Centrale Europea. In questo momento abbiamo bisogno di energia”.