“Da secoli i Paesi occidentali affermano di portare libertà e democrazia alle altre Nazioni. È esattamente il contrario: invece della democrazia [portano] repressione e sfruttamento; invece della libertà [portano] schiavitù e violenza. L’intero ordine mondiale unipolare è intrinsecamente antidemocratico e non libero, è ingannevole ed ipocrita in tutto e per tutto […] Gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo ad aver usato due volte le armi nucleari, distruggendo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Tra l’altro, creando un precedente […] Lasciate che vi ricordi anche che gli Stati Uniti, insieme agli inglesi, durante la Seconda Guerra Mondiale hanno ridotto in rovina Dresda, Amburgo, Colonia e molte altre città tedesche senza alcun obiettivo militare. Ed è stato fatto in modo dimostrativo, senza, ripeto, obiettivi militari. C’era un solo obiettivo: proprio come nel caso dei bombardamenti nucleari in Giappone, intimidire sia il nostro Paese che il mondo intero […]”.

“Washington sta chiedendo sempre più sanzioni contro la Russia e la maggior parte dei politici europei obbedisce servilmente. Capiscono chiaramente che gli Stati Uniti, spingendo l’UE ad abbandonare completamente l’energia e le altre risorse russe, stanno praticamente deindustrializzando l’Europa e si stanno impadronendo completamente del mercato europeo – capiscono tutto, queste élite europee, capiscono tutto, ma preferiscono servire gli interessi degli altri. Questo non è più servilismo, ma un tradimento diretto dei loro popoli. Ma Dio li benedica, sono affari loro”.

Il discorso di Putin: l’analisi

Queste sono solo alcune delle frasi pronunciate da Vladimir Putin durante l’intervento in cui ha ufficializzato l’annessione delle regioni del Donbass. Un discorso di ampio respiro, di cui i media occidentali hanno riportato perlopiù solo una parte, quella relativa appunto alle modifiche territoriali. Margherita Furlan, di casadelsole.tv, scava nelle parole del Presidente russo: “È un discorso fortissimo, che vale la pensa ascoltare e confrontare con quelli pronunciati dai nostri leader. È importante perché noi siamo in guerra contro la Federazione russa, quindi vale la pensa ascoltare quello che ha da dire il leader di questo grande Paese. È un discorso molto forte che, secondo me, rappresenta un cambio di paradigma in tutti i sensi, dalla politica, alla diplomazia. Vengono inseriti dei temi spirituali (e noi non siamo abituati), per la prima volta si fa riferimento alla guerra di religione tra popoli diversi. Dobbiamo accettare che siamo in guerra, Putin ce lo sta dicendo. Poi, che non sia una guerra combattuta ancora con missili va bene, ma ci sta mandando un monito: ‘State attenti a come vi comportate perché io sono pronto a lanciare qualsiasi cosa'”.

“La parte interessante del discorso è quella in cui per la prima volta c’è un’accusa verso una civiltà differente da quella russa. E poi c’è un’altra cosa interessante: Putin non parla solo a noi, avvisa noi ma anche il suo popolo, dicendo ‘noi difenderemo la nostra terra con tutte le nostre forze’, quindi ancora una volta la Russia sta sulla difensiva e dice ‘è colpa vostra se vi siete comportati così, se avete avvicinato la NATO troppo ai nostri confini, noi adesso ci stiamo difendendo e difenderemo il nostro popolo, questa è la grande missione di liberazione del nostro popolo’. E avverte anche le élite del suo popolo che, negli anni Novanta e insieme a Eltsin, hanno contribuito a svendere la Russia. Li sta avvertendo che adesso cambierà anche la politica nei loro confronti, non accettando più che i capitali degli oligarchi siano all’estero. E infatti, tra il pubblico, le facce non erano tutte felici. Tutto questo da noi non si è detto, si è detto solo che era un discorso sull’annessione delle regioni nuove, quando era un discorso di una portata molto più vasta, internazionale”.